Uno degli effetti delle nuove linee guida sui certificati bianchi, di cui ho parlato al convegno organizzato da Federchimica a Milano, è la revisione delle regole di definizione del contributo tariffario che spetta ai distributori obbligati a copertura delle spese sostenute per partecipare allo schema dei TEE. Di seguito offro una sintesi della delibera AEEGSI 435/2017/R/efr del 15 giugno scorso, oltre alla mia presentazione sulle nuove linee guida del meccanismo.
Il meccanismo dei certificati bianchi vede i distributori elettrici e del gas naturale con più di cinquanta mila clienti nel ruolo di soggetti obbligati. Essendo imprese regolate, in quanto gestori delle rispettive reti, lo schema dei TEE prevede un contributo tariffario per la copertura di una parte dei costi sostenuti da tali soggetti per la partecipazione al meccanismo. Nel 2014 l’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico aveva modificato le regole per la determinazione del contributo, in precedenza collegato all’andamento dei prezzi di un paniere di beni energetici, collegandolo al prezzo medio del mercato spot nell’anno precedente.
Tale sistema è stato apprezzato dai distributori, in quanto consentiva di coprire buona parte dei costi sostenuti dai distributori stessi: il massimo scarto fra il contributo definitivo e il prezzo medio di mercato era infatti di 2 euro/TEE e, in una fase di prezzi tendenzialmente costanti era facile ritrovarsi con un prezzo medio di acquisto in linea con il contributo. Purtroppo questo sistema di regole tendeva a favorire acquisti regolari sul mercato, in quanto condizione per avere un prezzo medio pesato di acquisto del singolo distributore in linea con il prezzo medio pesato del mercato. O, in altre parole, non ha frenato i distributori dal seguire la corsa dei prezzi avviatasi a novembre 2016 (il rischio che ciò potesse accadere si era già visto nel picco di prezzi del 2014, quando si era avuta una crescita degli stessi altrettanto repentina senza nessuna ragione in termini di domanda e offerta a giustificarla).
Il mercato dei certificati bianchi è stato infatti investito a partire dallo scorso novembre da un repentino rialzo dei prezzi, che hanno raggiunto a febbraio il picco massimo di circa 270 euro, per poi oscillare fra i 205 e i 240 euro. In precedenza ho scritto sulle ragioni alla base dei rialzi, un mix di mercato corto, incertezza e regole del mercato. La figura 1 mostra l’andamento del prezzo dei TEE negli ultimi anni.
Dunque una revisione delle regole del gioco era opportuna, e l’AEEGSI ha prodotto la delibera 435/2017/R/efr, come previsto dal D.M. 11 gennaio 2017, dopo un’apposita consultazione svoltasi a maggio. Il tentativo è quello di modificare le modalità di definizione del contributo tariffario senza stravolgere quanto in vigore, ma introducendo degli aggiustamenti mirati a sfavorire variazioni troppo repentine dei prezzi sul mercato. Vediamo i principali cambiamenti:
- per il calcolo del prezzo di riferimento di ogni sessione si terrà conto solo dei prezzi compresi in un intorno del 12% in più o in meno rispetto al prezzo medio della sessione precedente;
- il contributo di riferimento viene calcolato tenendo conto del biennio precedente e delle quantità di TEE scambiate sul mercato spot e sul bilaterale (per l’anno d’obbligo 2017 si terrà maggiormente conto dell’anno precedente);
- nella formula del contributo definitivo i parametri gamma e beta sono posti pari rispettivamente a 4 €/TEE (rimane pari a 2 €/TEE per il 2017) e 0,9;
- sono definiti dei limiti massimi al contributo erogabili ai distributori nelle scadenze intermedie di novembre introdotte dalle nuove linee guida, al fine di ridurre il rischio di ritrovarsi con un conguaglio negativo nelle scadenze di maggio successive.
Il primo punto dovrebbe servire a calmierare le variazioni fra una sessione e l’altra. La ridefinizione dei coefficienti gamma e beta comporta che il valore del contributo definitivo può scostarsi di 4 euro per certificato rispetto al prezzo medio di riferimento, contro i 2 euro per certificato previsti in precedenza, e che vi è una maggiore gradualità nel raggiungere il massimo scostamento (la figura 2 mostra le differenza fra le vecchie e le nuove regole; nel 2017 i valori massimi e minimi di scostamento sono in linea con le vecchie regole). Il tenere conto del biennio precedente invece che del solo anno precedente potrebbe portare a un maggiore scostamento fra prezzi di mercato e contributo tariffario definitivo in caso di aumenti o riduzione di prezzo fra un anno e l’altro molto consistenti.
I distributori presumibilmente non apprezzeranno queste nuove regole, visto che tendono ad aumentare la possibilità di uno scostamento più elevato fra il loro prezzo medio di acquisto e il contributo definitivo. D’altra parte dovrebbero stimolare a politiche di acquisto più accorte e portare a variazioni più contenute dei prezzi, con benefici per la gestione dei budget, la liquidità e l’equilibrio dello schema.
Rimane dunque da vedere come funzioneranno queste modifiche, sperando che consentano di conseguire i risultati auspicati.
Di seguito è disponibile la presentazione sulle nuove linee guida sui certificati bianchi, in cui non tratto il tema del contributo tariffario, essendo stato sviluppato nel convegno di Federchimica da Marco De Min dell’AEEGSI.