E il certificato bianco si impenna!

e il certificato bianco si impenna

Continua a crescere il prezzo dei certificati bianchi sul mercato spot, mentre lo schema dei TEE entra nella nuova fase e si avvicina al termine del periodo transitorio, in cui è possibile presentare progetti secondo le regole precedenti. Qualche dato sui progetti presentati, domanda e offerta, aspettative e risultati. E uno stimolo a riflettere sul contributo del meccanismo in relazione agli obblighi al 2020 e agli impegni della SEN.

Pubblicato su: qualenergia.it.

Qualcuno di voi ricorderà il tormentone “e la lira s’impenna”, che caratterizzava le video schede di apertura dei collegamenti della Gialappa’s band con Carcarlo Pravettoni (Paolo Hendel). Ai giorni nostri è il prezzo dei certificati bianchi ad impennarsi, senza gli effetti comici dei siparietti di Mai dire gol. Nelle ultime sessioni la crescita è ripresa e vale la pena dare qualche informazione al contorno.

La figura 1 mostra l’andamento dei prezzi negli ultimi anni e consente di cogliere già nei primi mesi del 2016 la rottura degli equilibri che avevano garantito per lungo tempo prezzi stabili. Sulle ragioni si è già scritto. In sostanza un mix fra il mercato corto, l’incertezza sul futuro e le regole di mercato. In merito al primo elemento, secondo l’indagine dell’Autorità sul mercato i distributori per la prima volta hanno raggiunto le quote d’obbligo minime nel mese di maggio. Il che fa pensare che una certa ritrosia ad acquistare a prezzi alti ci sia stata, ma anche che i margini di disponibilità siano stati insufficienti a farla prevalere sulla spinta al rialzo dei prezzi giocata dall’offerta. Come già evidenziato con il picco del 2014, peraltro, le regole di questo mercato si prestano ad assecondare variazioni anche consistenti dei prezzi stessi.

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TEE: il nuovo contributo tariffario

delibera AEEGSI 435-17

Uno degli effetti delle nuove linee guida sui certificati bianchi, di cui ho parlato al convegno organizzato da Federchimica a Milano, è la revisione delle regole di definizione del contributo tariffario che spetta ai distributori obbligati a copertura delle spese sostenute per partecipare allo schema dei TEE. Di seguito offro una sintesi della delibera AEEGSI 435/2017/R/efr del 15 giugno scorso, oltre alla mia presentazione sulle nuove linee guida del meccanismo. 

Il meccanismo dei certificati bianchi vede i distributori elettrici e del gas naturale con più di cinquanta mila clienti nel ruolo di soggetti obbligati. Essendo imprese regolate, in quanto gestori delle rispettive reti, lo schema dei TEE prevede un contributo tariffario per la copertura di una parte dei costi sostenuti da tali soggetti per la partecipazione al meccanismo. Nel 2014 l’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico aveva modificato le regole per la determinazione del contributo, in precedenza collegato all’andamento dei prezzi di un paniere di beni energetici, collegandolo al prezzo medio del mercato spot nell’anno precedente.

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Considerazioni sulla bozza di linee guida sui TEE

Negli ultimi mesi sono circolate diverse bozze relative allo schema dei certificati bianchi. Vale la pena di commentarne una di quelle apparse nell’ultima settimana, per quanto la variabilità dei documenti suggerisca una certa cautela nel prenderla come oro colato. I temi affrontati nel documento saranno approfonditi nel tradizionale convegno sui certificati bianchi organizzato da FIRE nell’ambito di KeyEnergy a Rimini, che si terrà il 10 novembre.

Pubblicato su: Staffetta Quotidiana.

La condivisione della bozza di linee guida sui certificati bianchi offre il pretesto per fare il punto della situazione sul principale schema nazionale di supporto all’efficienza energetica. Conviene partire dai risultati, per poi fare un commento sul documento circolato e alcune valutazioni di mercato.

La situazione

Si è molto discusso negli ultimi mesi dei problemi che hanno afflitto lo schema dei TEE negli ultimi anni. Senza entrare nel merito delle scelte, vi sono tre indicatori che parlano chiaro: i risparmi conseguiti, i prezzi di mercato e le proposte non approvate.

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Linee guida Eurostat sui contratti EPC

Uno degli aspetti considerati più promettenti in tema di contratti EPC è la possibilità per la P.A. di poter considerare fuori bilancio le spese sostenute per la riqualificazione energetica nel caso di finanziamento tramite terzi con la ESCO come finanziatore. Al di là dell’effettiva possibilità di diffusione di questo modello, che si scontra l’adeguata disponibilità di società sufficientemente capitalizzate, le linee guida pubblicate da Eurostat lo scorso anno rendono questa opzione ancora più complicata. Il provvedimento è però passato quasi inosservato e pochi sanno della sua esistenza. Di seguito ne sintetizzo i contenuti in un articolo tratto da un pezzo più ampio sul nuovo codice degli appalti che pubblicherò nei prossimi giorni.

Eurostat ha pubblicato lo scorso 7 agosto le linee guida “The impact of energy performance contracts on government accounts” nell’ambito delle sue attività di indirizzo sulla contabilità dei bilanci pubblici. È un provvedimento di cui si è parlato poco nel nostro Paese, sebbene presenti delle ripercussioni importanti sull’utilizzo dei contratti EPC.

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Teleriscaldamento in zone E ed F: le linee guida FIRE

La FIRE ha realizzato su incarico ENEA nel corso del 2014 un’indagine relativa al teleriscaldamento in zone montane E ed F e delle linee guida per orientare i decisori locali sulla realizzazione di tali soluzioni sul proprio territorio. Nell’indagine, che è stata realizzata anche grazie alla collaborazione di Fiper, sono anche riportate delle analisi sui dati di funzionamento di alcuni impianti di proprietà della TCVVV.

Indagine FIRE teleriscaldamento
Indagine FIRE teleriscaldamento
Linee guida FIRE teleriscaldamento
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