L’intervento sull’evoluzione dell’approccio alla gestione dell’energia nelle imprese, alla luce delle trasformazioni del mercato, di industria 4.0 e dell’Accordo di Parigi (con buona pace di Trump) alla conferenza organizzata dalla Fondazione Megalia. Nella presentazione ho illustrato alcuni elementi sull’indagine svolta sui benefici multipli dell’efficienza energetica che saranno approfonditi nel Rapporto annuale sugli energy manager che sarà presentato il prossimo 7 luglio al MiSE. E, dopo gli esempi di imprese che hanno abbracciato una visione olistica dell’energy management – rivolta non solo al proprio interno, ma anche alla catena di distribuzione e all’uso dei propri prodotti e servizi da parte dei clienti – ho lasciato il compito per casa che vedete sopra nell’immagine: come fare la messa in piega in modo efficiente al ciuffo di Trump. Siete liberi di fare proposte al riguardo, ovviamente!
Il presidente degli Stati Uniti evidentemente ha annunciato la decisione di uscire dall’Accordo di Parigi adducendo motivazioni inconsistenti se non risibili. Un chiaro esempio di come si possa negare qualunque fatto o realtà senza portare nessuna prova a sostegno delle proprie tesi. Peccato ci sia di mezzo il nostro destino… Di certo una notizia non buona per la comunità internazionale, ma l’elemento confortante è che sono le imprese leader di mercato ad aver avviato un cambiamento di approccio alla gestione dell’energia negli scorsi anni che risponde agli stimoli di Parigi.
L’efficienza energetica non è che una delle leve a disposizione per ridurre l’impatto delle emissioni climalteranti sul clima. Oggi le imprese, per rimanere competitive, sono chiamate a ripensare i propri prodotti e servizi, affinché siano meno impattanti nella fabbricazione e nell’utilizzo finale. Questo comporta una revisione della catena di valore delle imprese, che parte dall’efficientamento della filiera di approvvigionamento e passa per una migliore gestione di tutte le risorse e per l’applicazione dei principi dell’economia circolare, in sinergia con l’energy management presso i propri siti produttivi.
Si tratta di concetti che si possono condensare in poche righe, ma che in pratica richiedono cambiamenti consistenti nel modo di gestire il proprio business. In particolare richiedono una spinta forte alla collaborazione fra le diverse funzioni aziendali e un coinvolgimento più attivo del personale. Elementi che possono essere favoriti dall’impiego di sistemi di gestione efficaci, ma soprattutto da un uso intelligente delle nuove tecnologie. Gli incentivi messi a disposizione dal Governo, come l’iper e il super ammortamento possono rivelarsi utili in questa fase di trasformazioni, ponendo le basi per conoscere meglio i propri processi e per dotarsi degli strumenti di comunicazione interna richiesti.
In relazione al tema energetico, il consiglio è quello di partire dai sistemi di gestione dell’energia – assicurandosi di avere un energy team che rappresenti le varie funzioni e diverse competenze (oltre a un energy manager capace) – e da procedure di valutazione dei benefici multipli dell’efficienza energetica. Lo scopo è quello di comprendere un po’ per volta che l’energia non rappresenta solo una commodity caratterizzata da un certo costo, ma anche una leva di business nell’ottica di Parigi. Valutare i benefici non energetici non significa solo trovarsi con valutazioni più interessanti dei business plan degli investimenti nell’energy management, ma anche poter fare leva su concetti meno tecnici e più comprensibili ai decisori e ai finanziatori per convincerli a investirci sopra.