Certificati bianchi: una panoramica

L’articolo scritto a inizio aprile per fare una panoramica dello schema dei TEE. Uno sguardo veloce su risultati ottenuti, obiettivi e mercato e problemi aperti. Lo schema indubbiamente si presenta come una buona pratica a livello internazionale e il bilancio dall’avvio non può che essere considerato positivo. È ora il momento di intervenire per superare alcune difficoltà e problematiche manifestatesi negli ultimi due anni e per lanciare il meccanismo verso il 2020.

Pubblicato sul numero di aprile della rivista Qualenergia.

L’Accordo di Parigi sul clima siglato lo scorso dicembre rappresenta una svolta epocale nell’approccio alla gestione delle risorse disponibili nel nostro Pianeta. Non impone solo politiche, che i singoli Stati potranno implementare con maggiore o minore cura, ma soprattutto indica un percorso evolutivo per il mondo produttivo, i cui attori dovranno da subito cominciare a ripensare prodotti, servizi, proposta e catena di valore se vorranno svolgere un ruolo da protagonisti e rimanere competitivi. Nel percorso rivolto al contenimento dell’aumento delle temperature nei 2°C l’efficienza energetica dovrebbe svolgere la parte del leone (coprendo circa il 50% dell’obiettivo secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia).

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Non di sola addizionalità vivono i certificati bianchi

In vista dell’emanazione delle linee guida sui certificati bianchi continua il dibattito sui temi principali. Fra questi merita attenzione l’addizionalità, uno degli aspetti più interessanti e complessi da gestire e su cui da sempre si cerca di trovare il giusto equilibrio fra le esigenze dei policy maker, dei valutatori e degli operatori. L’addizionalità, però, è solo uno degli elementi alla base dell’efficacia di un meccanismo di incentivazione. Efficacia di cui si parla poco e in genere riferendosi al costo specifico dello schema (che però non è di per sé non fornisce indicazioni in tal senso). Nell’articolo che segue ho provato a sintetizzare altri elementi meno considerati ma ugualmente importanti da questo punto di vista: la materialità e il livello di incentivazione.

Pubblicato su: Qualenergia.

Di recente Emanuele Regalini ha pubblicato la prima parte di un suo interessante documento sull’addizionalità, in cui illustra con molta chiarezza il tema, in particolare in collegamento allo schema dei certificati bianchi. È una lettura che consiglio, sia per la qualità, sia perché non è facile trovare testi in Italiano che trattino l’argomento, anche se l’opera non è ancora completa (manca la parte sulle proposte che l’autore sta scrivendo).

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Dieci anni di certificati bianchi nel report di Agi Energia

L’articolo sull’esperienza dei certificati bianchi nel nostro Paese inserito nel report sullo schema dei TEE realizzato da Agi Energia. Si tratta di una sintesi dei risultati raggiunti, con evidenziati quelli che, a mio parere, sono i maggiori punti di forza e debolezza.

Pubblicato su: www.agienergia.it.

Considerando come data di nascita i decreti del luglio 2004, il meccanismo dei certificati bianchi (Tee) compie dieci anni quest’anno e può essere utile fare un bilancio ed evidenziarne i punti di forza.

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Certificati bianchi for dummies

La presentazione di Dario Di Santo sui certificati bianchi illustrata al convegno “Focus Certificati Bianchi:
strumento chiave per l’efficienza energetica” della Federazione Anima il 10 luglio 2014. Temi affrontati: gli aspetti chiave dello schema, la sua convenienza, come sfruttarlo, gli strumenti informativi e formativi messi a punto dalla FIRE.