La presentazione affronta i diversi schemi di incentivazione dedicati all’efficienza energetica nei vari settori: certificati bianchi, detrazioni fiscali, conto termico, fondo di garanzia, iper e super ammortamento, etc. L’ho illustrata alla convention SECEM 2018 a Rimini. L’occasione è stata utile per fare il punto sulla situazione dei vari incentivi, fornendo dati sui risultati e indicazioni sul funzionamento.
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Oltre la ISO 50001: l’evoluzione dell’energy management nell’industria
L’industria continuerà a giocare un ruolo importante nella decarbonizzazione necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Sempre più dovrà considerare l’energia come una leva fondante del proprio business, su cui pensare i propri prodotti, ottimizzare i processi e rivedere la catena del valore e le filiere. Due sono gli elementi fondanti del cambiamento: l’ICT (e dunque industria 4.0) e il coinvolgimento del personale nei processi decisionali. I sistemi di gestione dell’energia sono utili anche perché pongono le basi per queste trasformazioni, se correttamente applicati. In questo processo l’energy manager avrà un ruolo importante, sempre più intrecciato con l’uso delle risorse e la sostenibilità. Ho parlato di questi temi al convegno organizzato da Finstral nella sede Auna di Sotto (BZ).
Un sistema di gestione dell’energia ben implementato non consente solamente di ottenere risparmi energetici. Se la definizione di una politica energetica e di un piano di azione appropriati, a valle dell’analisi energetica, consentono di ottenere buoni risultati sul piano energetico, sono due gli elementi che rendono la ISO 50001 uno strumento valido per innovare e rendere più competitiva un’impresa nel medio-lungo periodo: il monitoraggio e il coinvolgimento del personale.
Gli energy manager in Italia: i dati del rapporto FIRE
La presentazione del rapporto FIRE sugli energy manager 2017 mostra un ulteriore aumento delle nomine effettuate ai sensi della legge 10/1991 e segnali positivi soprattutto per l’industria e il terziario, ad eccezione della P.A., che continua a essere largamente inadempiente. Interessanti spunti vengono anche dall’indagine di accompagnamento al rapporto, che ha indagato aspetti quali i benefici non energetici, i sistemi di monitoraggio, industria 4.0 e alcuni strumenti collegati alla riqualificazione energetica degli edifici.
Di seguito l’articolo pubblicato su Staffetta Quotidiana e la presentazione proposta all’incontro di presentazione del rapporto che si è svolto al MiSE.
L’efficienza energetica è il principale strumento disponibile per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo sul clima di Parigi e dalle direttive comunitarie mirate alla riduzione delle emissioni climalteranti. L’uso intelligente dell’energia rappresenta anche un’occasione per le nostre imprese in termini di produzione di beni e servizi e di aumento della competitività, grazie allo sfruttamento dei benefici multipli che si accompagnano alla riqualificazione energetica di edifici e linee produttive.
Una figura determinante per cogliere questa opportunità è l’energy manager, che in Italia è legato alla legge 10/1991, che ne ha istituito previdentemente l’obbligo per i soggetti grandi consumatori di energia (industrie oltre i 10.000 tep di consumi primari annui e altri soggetti oltre i 1.000 tep). Dal 1992 la FIRE si occupa di gestire le nomine degli energy manager e di promuoverne il ruolo in base a un accordo a titolo non oneroso con il Ministero dello sviluppo economico. Vale la pena di ricordare che la nomina è annuale, va effettuata entro il 30 aprile attraverso la piattaforma web NEMO predisposta da FIRE, può essere effettuata anche da soggetti non obbligati.