Un anno decisivo per il sistema dei Certificati bianchi

L’emanazione (in extremis) del decreto ministeriale sugli obiettivi 2013-2016 del sistema dei Titoli di efficienza energetica è solo il primo necessario passo per lo sviluppo del potenziale del meccanismo. Molte sono le novità positive contenute nel decreto, ma ancora più importanti saranno, quest’anno, il passaggio di consegne al Gse e la definizione delle nuove linee guida che potranno entrare in vigore dal 2014. L’analisi delle nuove disposizioni e le prospettive per il futuro in questo approfondimento di Dario Di Santo, direttore della Fire.

Pubblicato su: www.staffettaonline.com/articolo.aspx?ID=111998.

Appena in tempo per non creare stop obbligati è uscito il D.M. 28 dicembre 2012 di determinazione dei nuovi obiettivi di risparmio per il quadriennio 2013-2016 e di potenziamento del meccanismo dei certificati bianchi (TEE). Rispetto allo schema presentato alle Regioni la variazione principale riguarda l’incremento dei target per i distributori obbligati. Per il resto vengono riconfezionati alcuni commi un po’ posticci e aggiunte le definizioni.

Il decreto – pur rappresentando un provvedimento ponte, in attesa delle nuove linee guida che è previsto vengano redatte nel 2013, stavolta previa apposita consultazione prevista all’articolo 6 – introduce novità importanti. Vediamole insieme.

Gli obiettivi di risparmio annuo in fonti primarie vengono ridefiniti al ribasso, per tenere conto dell’andamento dei progetti negli ultimi anni. Si passa dai 6 Mtep previsti al 2012 dal D.M. 21 dicembre 2007 ai 4,6 Mtep previsti al 2013 dal nuovo decreto. Ad essi vengono associati dei target espressi in milioni di TEE (MTEE), che passano dai 5,52 MTEE del 2013 ai 9,51 MTEE del 2016. Questi valori possono apparire poco comprensibili se confrontati con la situazione precedente, ma occorre considerare che l’introduzione del coefficiente di durabilità (meglio noto come tau) ha creato una discontinuità tra il risparmio annuo reale e quello conteggiato dai TEE, che comprende i risparmi anticipati legati alla vita tecnica dell’intervento, quasi sempre superiore a quella utile. I valori espressi in Mtep e quelli valutati in MTEE fanno riferimento a realizzazioni differenti, in quanto i primi includono anche i risparmi legati alla cogenerazione ad alto rendimento e quelli dei progetti realizzati negli scorsi anni, ai quali viene applicato il tau ai fini della contabilità energetica nazionale (non ovviamente per l’applicazione dell’incentivo).

Ai fini del conseguimento degli obiettivi da parte dei soggetti obbligati e delle valutazioni sull’andamento del mercato contano i target espressi in MTEE. Oltre ai target ai fini dell’andamento dei prezzi del mercato, avranno influenza i seguenti aspetti. Nei prossimi due anni la franchigia per evitare le sanzioni passa dal 60% al 50% della quota d’obbligo del singolo distributore e viene dato un biennio di tempo per compensare gli eventuali deficit. Ancora non si sa cosa aspettarsi dai TEE legati alla cogenerazione ad alto rendimento: l’incredibile numero di domande respinte si spera scenda quest’anno, cosa che porterà la disponibilità dei relativi titoli. D’altra parte è previsto che, in caso di disponibilità di TEE sul mercato superiore al 5% degli obblighi dell’anno precedente, siano automaticamente adeguati al rialzo gli obiettivi dell’anno successivo. Va poi considerato l’effetto dei progetti che hanno raggiunto la vita utile e dunque cesseranno di generare certificati nei prossimi anni, ai quali sono collegati risparmi nell’ordine del MTEE. Dal 2014 saranno inoltre accettati solo progetti riferiti a nuovi interventi, mentre oggi si possono ripescare progetti anche datati qualche anno. Per finire bisogna vedere se ci saranno interruzioni quando ci sarà il passaggio della piattaforma al GSE e di che entità saranno. Tutto questo rende difficile prevedere quale sarà la situazione dei titoli sul mercato, anche se è probabile che i prezzi rimarranno sotto i 100 euro a certificato.

Altra novità di rilievo è l’introduzione dei “grandi progetti”, categoria di interventi per i quali si prevedano risparmi superiori ai 35 ktep uniti a una vita tecnica superiore ai venti anni. I grandi progetti seguono un iter dedicato presso l’MSE, al termine del quale possono vedersi concessi dei premi fino al 30% nel settore industriale e al 50% nelle aree metropolitane. Essi potranno inoltre beneficiare di un ritiro dei TEE a prezzo fisso secondo regole che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas dovrà determinare. Al di là della difficoltà pratica di verificare il requisito dei venti anni, questo strumento può essere un modo interessante per dare un contributo ad aziende di grande dimensione in difficoltà che investano nell’efficienza energetica, l’importante è che la valutazione dei risparmi avvenga con criteri rigorosi come per le altre categorie di progetti.

Ai soggetti ammessi alla presentazione di progetti si aggiungono le imprese operanti nei settori industriale, civile, terziario, agricolo, trasporti e servizi pubblici, compresi gli enti pubblici, purché nominino un energy manager in analogia all’articolo 19 della legge 10/91, prescindendo dalle soglie di consumo. È previsto che le società di servizi energetici e gli energy manager si certifichino rispettivamente secondo le norme UNI CEI 11352 (ESCO) e UNI CEI 11339 (EGE) entro due anni dall’emanazione del decreto attuativo dell’articolo 16 del D.Lgs. 115/2008.

Il decreto introduce diciotto nuove schede di valutazione semplificata dei risparmi (anche se nell’elenco delle stesse non c’è la 45E, presente però in allegato), che per la prima volta introducono il settore dei trasporti con quattro tipologie di intervento. Alcune schede potranno vedere un’applicazione discreta, ma i grandi numeri si fanno ormai sui progetti a consuntivo, per i quali dovrebbero venire in aiuto una serie di attività di supporto richieste all’ENEA.

Interessante il fatto che ENEA e RSE possano fornire assistenza tecnica ai soggetti che intendano presentare progetti, anche se non è chiaro con quali modalità e a che condizioni (curiosamente il comma è ripetuto in due articoli, evidentemente un refuso). Positivo il rafforzamento delle misure di accompagnamento e utile la previsione dei controlli sul campo, sistematici per i progetti oltre i 3.000 tep/anno di risparmi.

Viene poi meno la cumulabilità con gli incentivi statali, fatta salva quella con contributi in conto interesse, fondi di garanzia e detassazione del reddito d’impresa per l’acquisto di macchinari e attrezzature. Le ricadute principali riguardano le detrazioni fiscali al 50% e al 55% e i certificati verdi per il teleriscaldamento cogenerativo alimentato a fonti rinnovabili, per i quali era attesa in virtù del D.Lgs. 28/2011. Sulle detrazioni fiscali, non essendoci una previsione in tal senso nel decreto legislativo citato, un periodo di adeguamento per salvaguardare gli investimenti recenti avrebbe reso più corretto il venire meno della cumulabilità, peraltro giustificata in generale dall’incremento del valore dell’incentivo legato al tau.

Rimangono da trattare i due aspetti più importanti per le ripercussioni pratiche sul meccanismo. Il primo è il passaggio di consegne al GSE, previsto a inizio febbraio. Difficile pensare che tutto fili liscio come l’olio, ma la speranza è che gli intoppi si superino in tempi brevi e che la piattaforma nuova porti a dei miglioramenti sia nella presentazione dei progetti, sia nella loro gestione. Il secondo è il lavoro previsto per scrivere le nuove linee guida, che entreranno in vigore non prima del 2014. Questo si presenta dunque come un anno importante e delicato per lo schema dei certificati bianchi, che fin qui ha dato soddisfazioni e che può esprimere un potenziale ancora più interessante.

2 Comments

  1. ben scritto, spero si apra effettivamente un nuovo mercato per l’efficienza che, al momento, è ancora lontana dalle scrivanie dei consigli di amministrazione e solo relegata negli uffici dei responsabili manutenzione… ma qualcosa, a poco a poco, sta cambiando.

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