L’articolo scritto insieme al vice presidente di FIRE Giuseppe Tomassetti sul tema della tassonomia europea. Vale la pena fare qualche considerazione, per quanto sintetica, su un tema rilevante, affrontato purtroppo in modo poco razionale e gestito in modo non ottimale. Tutto nasce dall’aver voluto dare a uno strumento di facilitazione delle scelte di banche e investitori un ruolo più ampio, a livello di politica. Il rischio è che la tassonomia finisca per diventare un’arma spuntata.
Fra gennaio e febbraio è infuriato lo scontro fra i vari stakeholder sulle decisioni sul tema della tassonomia verde europea; riteniamo opportuno, per utilità dei soci FIRE la cui attenzione sarà probabilmente concentrata sugli aumenti di costo di metano ed elettricità, un richiamo ai termini fattuali del confronto. Tassonomia è una parola di origine greca che indica la classificazione sistematica, impiegata dal XVIII per gli studi di Linneo sulle piante, rispondendo ad un principio ispiratore superiore; nel confronto attuale si tratta di classificare le varie tecnologie energetiche rispetto agli obbiettivi di decarbonizzazione del New Deal. La classificazione della tassonomia non determina se una data tecnologia possa rientrare nel mix energetico degli Stati Membri ma indica le soluzioni che possono utilizzare finanziamenti della UE e delle sue strutture quali la BEI, costituendo una guida per gli investimenti privati.
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