Efficienza energetica: qualche considerazione sugli obiettivi e sulle strategie

target consumi energia 2030

Gli obiettivi al 2030 per l’efficienza energetica non saranno facili da raggiungere, né quello sui consumi finali, né quello sulle politiche attive. Nell’intervento introduttivo alla conferenza Enermanagement ho voluto fare quattro considerazioni al riguardo, cercando di cogliere alcuni elementi di fondo e alcune trasformazioni fondamentali per cogliere le opportunità che abbiamo di fronte e contrastare efficacemente i cambiamenti climatici.

1. La diffusione della generazione distribuita, così come le agevolazioni per le imprese energivore e lo spostamento dei costi energetici verso le componenti fisse, ostacoleranno le azioni di efficientamento energetico. È dunque fondamentale promuovere l’integrazione nelle politiche del principio “energy efficiency first”. Ciò significa, per fare un esempio, che una norma come quella delle agevolazioni alle imprese energivore sia accompagnata da delle misure che assicurino che tali imprese realizzino interventi di efficienza energetica. Ciò non solo promuoverebbe interventi di riqualificazione energetica, altrimenti resi meno convenienti dallo sconto sugli oneri di sistema, ma ridurrebbe anche la quota di energia agevolata, alleggerendo gli oneri per le imprese non incluse nelle agevolazioni. Un altro esempio può essere l’obbligo di installazione degli smart meter di nuova generazione: si potrebbe accompagnare con misure che garantiscano che le funzioni disponibili siano utilizzabili dagli utenti finali per ottenere informazioni utili per ridurre i consumi.

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Certificati bianchi: una panoramica

L’articolo scritto a inizio aprile per fare una panoramica dello schema dei TEE. Uno sguardo veloce su risultati ottenuti, obiettivi e mercato e problemi aperti. Lo schema indubbiamente si presenta come una buona pratica a livello internazionale e il bilancio dall’avvio non può che essere considerato positivo. È ora il momento di intervenire per superare alcune difficoltà e problematiche manifestatesi negli ultimi due anni e per lanciare il meccanismo verso il 2020.

Pubblicato sul numero di aprile della rivista Qualenergia.

L’Accordo di Parigi sul clima siglato lo scorso dicembre rappresenta una svolta epocale nell’approccio alla gestione delle risorse disponibili nel nostro Pianeta. Non impone solo politiche, che i singoli Stati potranno implementare con maggiore o minore cura, ma soprattutto indica un percorso evolutivo per il mondo produttivo, i cui attori dovranno da subito cominciare a ripensare prodotti, servizi, proposta e catena di valore se vorranno svolgere un ruolo da protagonisti e rimanere competitivi. Nel percorso rivolto al contenimento dell’aumento delle temperature nei 2°C l’efficienza energetica dovrebbe svolgere la parte del leone (coprendo circa il 50% dell’obiettivo secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia).

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Certificati bianchi: offerta in calo

Nel 2015 si è verificato un deciso calo del numero di certificati bianchi emessi rispetto agli anni precedenti, secondo i dati pubblicati dal GME. Per l’obiettivo 2015 non dovrebbero esserci problemi, ma l’andamento dell’offerta nei prossimi mesi consentirà di capire se siamo di fronte a una potenziale difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi nei prossimi anni. Come ogni anno le tematiche di rilievo legate ai certificati bianchi saranno affrontate nella conferenza annuale FIRE “Certificati bianchi: titoli di efficienza energetica a portata di mano”, giunta alla quinta edizione e in programma a Roma il 12 aprile.

Pubblicato su: Quotidiano Energia.

La recente pubblicazione della newsletter del GME con i dati dei mercati di dicembre consente di fare qualche valutazione sullo schema dei certificati bianchi, in vista della scadenza del 31 maggio e dell’emanazione delle nuove linee guida.

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