Referendum: il testo su cui votiamo

Sbaglierò, ma ho l’impressione che, giunti ormai al voto referendario, la maggior parte delle persone non abbia nemmeno provato a leggere per cosa metterà l’importante crocetta sulla scheda. Quasi tutti i commenti che sento sono infatti legati al Governo (complimenti a Renzi e all’opposizione per aver fatto passare tutta la campagna elettorale come un voto sul governo, quando in gioco c’è la modifica della Costituzione…) e anche chi entra nel merito dei contenuti sembra farlo più parafrasando commenti ed editoriali che non sulla base delle lettura del testo.

Dedicateci il tempo che merita: è il testo legislativo più importante dello Stato. Una volta cambiato passeranno tanti anni prima di poterci rimettere le mani e gli effetti potenziali sono molto profondi.

http://documenti.camera.it/leg17/dossier/pdf/ac0500n.pdf

La Costituzione è un testo troppo importante per modificarla solo per il gusto di cambiare. Nè ha senso farlo solo per fare piacere a una parte politica. Piuttosto penso sia importante capire se quanto proposto porti a un testo buono o a qualcosa di raffazzonato, che creerà più problemi di quanti ne vorrebbe risolvere. Ricordo i danni fatti dalla riforma del Titolo V una quindicina di anni fa, anche lì per un voto basato più su un’ideale romantico che su una valutazione realistica dell’effetto delle modifiche.

Allego anche il testo completo della Costituzione, che ricorda anche le numerose modifiche fatte negli anni.

Buona lettura!

 

Referendum trivelle

In vista del referendum di domenica voglio condividere una bella infografica predisposta da BioEcoGeo, che sintetizza in modo asettico i punti fondamentali del voto di domenica prossima. L’Accordo di Parigi, e soprattutto gli inquietanti studi che lo hanno animato, non possono che spronare un Paese come l’Italia – unico nel G20 ad avere una dipendenza energetica dall’estero superiore all’80% insieme al Giappone e alla Corea del Sud – a puntare con forza e senza indecisioni su efficienza energetica e fonti rinnovabili di energia. Il quesito oggetto di voto non è il migliore, ma andare a votare, e votare sì, è il modo migliore per rappresentare un’esigenza di cambiamento di rotta che dovrebbe apparire ovvia, e che invece trova in molte figure di spicco fra i nostri decisori (a partire dal premier) i suoi detrattori. 

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