La transizione ecologica comincia con l’efficienza energetica

la transizione ecologica comincia dall'efficienza energetica

Chiedo scusa ai lettori se ho trascurato il blog negli ultimi mesi. Purtroppo ho avuto molto da fare e non mi è riuscito di riportare qui le tante attività svolte. La transizione ecologica comincia con l’efficienza energetica: questo articolo, di recente pubblicato sul quotidiano Il Roma, spiega perché il nuovo governo Draghi deve farne una priorità e quali opportunità sono oggi disponibili per famiglie e imprese. Di come l’efficienza energetica sia una risorsa in ottica covid-19 ho invece parlato in questo articolo.

L’efficienza energetica: una priorità per la transizione ecologica

Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, l’efficienza energetica è uno dei due pilastri della decarbonizzazione dell’economia, insieme alle fonti rinnovabili: il contrasto ai cambiamenti climatici, vitale per le nostre economie già duramente provate dalla pandemia, non può che passare per un uso più accorto ed intelligente delle risorse energetiche. Si tratta di una priorità ben compresa dalla Commissione europea, che non a caso ha basato sulla sostenibilità buona parte del Programma di ripresa e resilienza e ha lanciato il green deal proprio all’avvio della presidenza von der Leyen. 

Una priorità che Draghi, nel suo discorso per la fiducia al Senato, sembra confermare per il documento programmatico italiano, in continuità con il precedente governo, senza però citare l’efficienza energetica. Niente di male, se tale dimenticanza rimarrà confinata al discorso citato e non si tradurrà in una debolezza programmatica nei prossimi mesi. 

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Efficienza energetica: quali priorità?

idee per l'efficeinza energetica

Il dibattito sull’energia si fa sempre più complicato, fra l’urgenza di intervenire per contrastare il cambiamento climatico, la difficoltà di raggiungere gli obiettivi al 2020 e al 2030 (per quanto non in linea con quanto richiesto dall’Accordo di Parigi), la sfida di trasformare il settore energetico in modo drastico (e la storia insegna che ci vuole tempo). Nell’articolo di seguito provo a sintetizzare alcuni punti che ritengo prioritari, onde evitare di perdersi fra gli slogan, salvo poi scoprire che non si hanno le risorse per fare ciò che si vorrebbe.

Pubblicato sul blog della FIRE.

Secondo la banca dati Odyssee, che va a decomporre la riduzione o l’aumento dei consumi energetici in funzione delle varie componenti (e.g. andamento dell’economia, clima, struttura della produzione industriale, etc.), dal 2000 al 2015 l’Italia ha registrato un calo dei consumi nell’ordine dei 9 Mtep e parallelamente una diminuzione dei consumi legati all’efficienza energetica nell’ordine di 20 Mtep. Quest’ultimo dato va però a bilanciare quantitativamente tre elementi collegati a un aumento dei consumi, che sono: 

  • l’inefficienza dei sistemi (legati ad esempio alla logistica non ottimizzata o alla produzione nel manifatturiero che non raggiunge risultati massimi per ragioni di mercato o altro);
  • la variazione degli stili di vita (e.g. diffusione della climatizzazione estiva, nuovi dispositivi di consumo, uso dei trasporti, etc.); 
  • la variazione demografica nel nostro Paese. 
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