Superbonus fra luci e ombre

superbonus fra luci e ombre

Il superbonus è la politica più forte messa in campo nel nostro Paese negli ultimi anni sul fronte degli edifici. Anche troppo forte, visto che la scelta della detrazione al 110%, come prevedibile, ha reso tutto più complesso e creato delle inevitabili distorsioni. Ma quello che interessa è capire se e come stia funzionando e quanto possa portare di buono nei prossimi anni con le dovute modifiche; un fronte su cui in FIRE sto attivamente lavorando. Per questo si è deciso a gennaio di raccogliere pareri da una serie di stakeholders in un focus sulla rivista Gestione Energia, lavoro che ha portato a un’analisi di come il superbonus si stia sviluppando fra luci e ombre. Di seguito l’articolo scritto come introduzione al focus, sulla base dei contributi ricevuti.

Sono passati diversi mesi ormai dall’introduzione del superbonus con il D.L. 19 maggio 2020 n. 34. In FIRE, pur lodando l’idea di coniugare ripresa economica e sostenibilità insita nella misura, fin dall’inizio abbiamo condiviso forti dubbi su di essa (si veda ad esempio questo articolo). Nel corso delle continue interlocuzioni che abbiamo con tutti gli stakeholder del settore energetico abbiamo in questi mesi raccolto diversi pareri e confidenze, spesso di segno negativo, ma non solo. Abbiamo perciò ritenuto utile produrre un focus sul tema, intervistando soggetti diversi per vedere cosa ne pensano.

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Considerazioni sul superbonus al 110%

casa ecologica

Riporto qui alcune considerazioni molto sintetiche sulla proposta di superbonus al 110% di cui si sta parlando. Dare priorità a interventi che favoriscano la sostenibilità ambientale e sociale è fondamentale, ma per farlo occorrono misure che siano sostenibili anche economicamente, altrimenti creeremo l’ennesima bolla a favore di pochi speculatori, incapace di produrre i risultati auspicati. La speranza è che il Governo sappia produrre una politica sostenibile in tutti i sensi.

Purtroppo non abbiamo a disposizione un cheat code per le risorse infinite come in alcuni videogiochi, nemmeno se potessimo contare su fondi messi a disposizione dall’Europa (che poi saremmo sempre noi), altrimenti l’idea dell’ecobonus drogato farebbe tutti contenti: banche, imprese, cittadini e società. Che cosa volere di più di una misura che consente ai cittadini di riqualificare le proprie villette senza spendere un euro (direttamente, perché poi il debito pubblico si chiama così perché rientra dalla finestra, anche col triplo vetro), alle imprese di intervenire certi di poter cedere quanto speso alle banche, e a queste ultime di garantirsi comunque un tornaconto grazie allo sforamento del 100% delle spese sostenute.

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Le sfide energetiche per il nuovo Governo

il mare incontra la terra (c) Dario Di Santo

Beh, siamo arrivati all’agognata pausa estiva, che spero riuscirete a sfruttare per ritemprarvi un po’ e per staccare la spina dal quotidiano. Un augurio anche a chi è impossibilitato a muoversi, per problemi personali o di altro tipo, affinché possa comunque trovare sollievo. Come avrete notato, negli ultimi giorni ho ripopolato il mio blog, negletto per oltre tre mesi a causa del troppo lavoro, mischiato a poca voglia di sottrarre il tempo libero alla famiglia e agli hobby. In attesa di riposarmi un po’, condivido l’articolo pubblicato sull’ultima newsletter FIRE, dedicato alle sfide energetiche che attendono il nuovo Governo. 

Ci troviamo a fronteggiare sfide importanti per il nostro Paese sul fronte dell’energia. Cambiamenti radicali che ci accompagneranno nei prossimi decenni e in cui l’uso razionale delle risorse e le fonti rinnovabili occuperanno una parte cospicua. Sarebbe bello poter giocare da leader su questi fronti, ma conviene essere realisti e tenere a mente le risorse disponibili, per evitare di ripetere gli errori del passato. Un approccio dissennato che ci ha prima gravato di oneri consistenti e poi privato dei possibili ritorni economici, mettendo in difficoltà le imprese nate e cresciute grazie ai generosi incentivi. Misure retroattive che hanno colpito soprattutto conto energia, certificati verdi e certificati bianchi. Continue reading →

Politica energetica fra 2030 e Leopolda

Renzi e l’Europa promuovono una politica energetica contraddittoria e ancorata a vecchie logiche basate sugli idrocarburi. Il futuro sarà anche l’inizio, ma il presente sa tanto di lontano passato.

Mentre scrivo Renzi sta tenendo il suo discorso alla Leopolda, e pochi minuti fa ha parlato di energia, di campi di idrocarburi in Mozambico, di tentativo del PD di ridare una politica energetica seria a Italia ed Europa. È uno dei primi temi che ha toccato e nei discorsi importanti non l’ha mai trascurato.

Tre giorni fa il Consiglio europeo ha scelto gli obiettivi al 2030 del nuovo Pacchetto clima-energia. Dal 20-20-20 si passa al 40-27-27, ossia alla riduzione del 40% delle emissioni climalteranti e all’aumento del 27% di fonti rinnovabili ed efficienza energetica (quest’ultimo nuovamente non vincolante, ripetendo l’errore del pacchetto precedente). Un risultato salutato come positivo solo da Governo e Confindustria.

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Intervista per Gestione Energia sulle prossime iniziative FIRE

L’intervista rilasciata per Gestione Energia sulle iniziative FIRE in programma nel secondo semestre 2014.

Pubblicata su: Gestione Energia.

Ing. Di Santo, la FIRE promuove ormai da anni l’efficienza energetica e ciò ad essa correlato. Da dove nasce l’idea del Premio dedicato ai certificati bianchi? Che messaggio intende lanciare la Federazione con questa iniziativa?

I certificati bianchi, detti anche TEE, sono il principale schema di incentivazione per l’efficienza energetica nel nostro Paese: nel 2020 è previsto dal meccanismo un contributo in termini di risparmi annui di 4,3 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, circa il 30% dell’obiettivo nazionale. Un aspetto che rende unico a livello internazionale questo dispositivo è l’attenzione al settore industriale, cui nel 2013 è stato attribuito circa l’80% dei risparmi riconosciuti, e dunque dell’incentivo. Tra l’altro si tratta spesso di risparmi energetici collegati all’efficientamento dei processi produttivi, con un importante collegamento alla competitività.

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