Misura e monitoraggio non sono utili solo e tanto in un’ottica di valutazione dei consumi energetici, ma servono soprattutto per comprendere meglio come funzionano i processi principali dell’azienda e come mettere in relazione la produzione di beni e servizi con l’uso delle risorse. La misura è inoltre necesaria per accedere ai contratti EPC, al finanziamento tramite terzi e ai principali incentivi. Ne ho parlato al webinar FIRE organizzato in collaborazione con Centrica e dedicato alle diagnosi energetiche.
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Oltre la ISO 50001: l’evoluzione dell’energy management nell’industria
L’industria continuerà a giocare un ruolo importante nella decarbonizzazione necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Sempre più dovrà considerare l’energia come una leva fondante del proprio business, su cui pensare i propri prodotti, ottimizzare i processi e rivedere la catena del valore e le filiere. Due sono gli elementi fondanti del cambiamento: l’ICT (e dunque industria 4.0) e il coinvolgimento del personale nei processi decisionali. I sistemi di gestione dell’energia sono utili anche perché pongono le basi per queste trasformazioni, se correttamente applicati. In questo processo l’energy manager avrà un ruolo importante, sempre più intrecciato con l’uso delle risorse e la sostenibilità. Ho parlato di questi temi al convegno organizzato da Finstral nella sede Auna di Sotto (BZ).
Un sistema di gestione dell’energia ben implementato non consente solamente di ottenere risparmi energetici. Se la definizione di una politica energetica e di un piano di azione appropriati, a valle dell’analisi energetica, consentono di ottenere buoni risultati sul piano energetico, sono due gli elementi che rendono la ISO 50001 uno strumento valido per innovare e rendere più competitiva un’impresa nel medio-lungo periodo: il monitoraggio e il coinvolgimento del personale.
Energia e sanità: strumenti per ridurre la spesa e migliorare i servizi
La sanità non solo vale il 9% del PIL italiano in termini di spesa, ma rappresenta l’utenza più energivora nel settore dei servizi, con energy manager che gestiscono consumi comparabili con alcune medie imprese industriali. Di seguito riporto un articolo scritto con Beppe Tomassetti e Stefano D’Ambrosio e la presentazione, tenuta al convegno S@lute organizzato da FPA, in cui ho fornito alcuni dati fondamentali sul settore e illustrato gli strumenti essenziali per gestire al meglio l’energia, collegandola al core business aziendale. Ho inoltre mostrato alcuni esempi di applicazione di contratti EPC con finanziamento tramite terzi in strutture sanitarie.
Gli atti del convegno saranno disponibili sul sito www.innovazioneperlasalute.it.
Gli energy manager in Italia: i dati del rapporto FIRE
La presentazione del rapporto FIRE sugli energy manager 2017 mostra un ulteriore aumento delle nomine effettuate ai sensi della legge 10/1991 e segnali positivi soprattutto per l’industria e il terziario, ad eccezione della P.A., che continua a essere largamente inadempiente. Interessanti spunti vengono anche dall’indagine di accompagnamento al rapporto, che ha indagato aspetti quali i benefici non energetici, i sistemi di monitoraggio, industria 4.0 e alcuni strumenti collegati alla riqualificazione energetica degli edifici.
Di seguito l’articolo pubblicato su Staffetta Quotidiana e la presentazione proposta all’incontro di presentazione del rapporto che si è svolto al MiSE.
L’efficienza energetica è il principale strumento disponibile per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo sul clima di Parigi e dalle direttive comunitarie mirate alla riduzione delle emissioni climalteranti. L’uso intelligente dell’energia rappresenta anche un’occasione per le nostre imprese in termini di produzione di beni e servizi e di aumento della competitività, grazie allo sfruttamento dei benefici multipli che si accompagnano alla riqualificazione energetica di edifici e linee produttive.
Una figura determinante per cogliere questa opportunità è l’energy manager, che in Italia è legato alla legge 10/1991, che ne ha istituito previdentemente l’obbligo per i soggetti grandi consumatori di energia (industrie oltre i 10.000 tep di consumi primari annui e altri soggetti oltre i 1.000 tep). Dal 1992 la FIRE si occupa di gestire le nomine degli energy manager e di promuoverne il ruolo in base a un accordo a titolo non oneroso con il Ministero dello sviluppo economico. Vale la pena di ricordare che la nomina è annuale, va effettuata entro il 30 aprile attraverso la piattaforma web NEMO predisposta da FIRE, può essere effettuata anche da soggetti non obbligati.
Nuove frontiere dell’energy management
L’intervento sull’evoluzione dell’approccio alla gestione dell’energia nelle imprese, alla luce delle trasformazioni del mercato, di industria 4.0 e dell’Accordo di Parigi (con buona pace di Trump) alla conferenza organizzata dalla Fondazione Megalia. Nella presentazione ho illustrato alcuni elementi sull’indagine svolta sui benefici multipli dell’efficienza energetica che saranno approfonditi nel Rapporto annuale sugli energy manager che sarà presentato il prossimo 7 luglio al MiSE. E, dopo gli esempi di imprese che hanno abbracciato una visione olistica dell’energy management – rivolta non solo al proprio interno, ma anche alla catena di distribuzione e all’uso dei propri prodotti e servizi da parte dei clienti – ho lasciato il compito per casa che vedete sopra nell’immagine: come fare la messa in piega in modo efficiente al ciuffo di Trump. Siete liberi di fare proposte al riguardo, ovviamente!
Il presidente degli Stati Uniti evidentemente ha annunciato la decisione di uscire dall’Accordo di Parigi adducendo motivazioni inconsistenti se non risibili. Un chiaro esempio di come si possa negare qualunque fatto o realtà senza portare nessuna prova a sostegno delle proprie tesi. Peccato ci sia di mezzo il nostro destino… Di certo una notizia non buona per la comunità internazionale, ma l’elemento confortante è che sono le imprese leader di mercato ad aver avviato un cambiamento di approccio alla gestione dell’energia negli scorsi anni che risponde agli stimoli di Parigi.
L’efficienza energetica non è che una delle leve a disposizione per ridurre l’impatto delle emissioni climalteranti sul clima. Oggi le imprese, per rimanere competitive, sono chiamate a ripensare i propri prodotti e servizi, affinché siano meno impattanti nella fabbricazione e nell’utilizzo finale. Questo comporta una revisione della catena di valore delle imprese, che parte dall’efficientamento della filiera di approvvigionamento e passa per una migliore gestione di tutte le risorse e per l’applicazione dei principi dell’economia circolare, in sinergia con l’energy management presso i propri siti produttivi.