Nell’articolo apparso sul magazine e7 considero tre elementi a mio parere importanti in relazione alla consultazione MiSE sui certificati bianchi: l’andamento insoddisfacente dei risparmi energetici ottenuti nell’ambito dello schema e la revisione del coefficiente di durabilità, la titolarità e la responsabilità sui progetti, e l’equilibrio fra la ricerca della qualità (maggiore rigidità) e lo sviluppo del mercato (maggiore flessibilità).
Pubblicato su: e7 del 30 settembre 2015.
In questo periodo si susseguono iniziative di confronto e discussione sul tema dei certificati bianchi, in ragione della consultazione del MiSE sulla revisione delle linee guida. L’argomento è molto sentito fra gli operatori e le grandi e medie imprese, visto che lo schema è il principale strumento di incentivazione dell’efficienza energetica in Italia. La FIRE ha contribuito al dibattito con due iniziative: un workshop collegato al progetto europeo ENSPOL e proposto in collaborazione con l’ENEA (atti disponibili su www.fire-italia.org) – in cui tra l’altro sono state condivise indicazioni su come i principali schemi d’obbligo europeo affrontano le tematiche oggetto di consultazione – e il secondo appuntamento dell’osservatorio ENSPOL in collaborazione con il GSE, mirato a approfondire i più importanti elementi oggetto di revisione. Di seguito si offre qualche considerazione su alcuni punti della consultazione.
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