Energy manager: crescita, ruolo, formazione

vignetta_FIRE_energy manager

Approfitto di un’intervista che mi è stata richiesta per tornare sugli energy manager, parlando del trend delle nomine, delle opportunità per imprese ed enti, di inquadramento e di percorsi formativi. Ricordo che tutte le statistiche e gli approfondimenti su questo tema sono disponibili nei rapporti annuali redatti dalla FIRE.

Quanto segue si riferisce fondamentalmente agli energy manager nominati ai sensi della legge 10/1991.

Chi è l’energy manager e quanto è diffusa in Italia questa figura professionale? Ci saranno posti di lavoro legati in futuro a questa professione? 

La figura dell’energy manager nasce negli USA ai tempi della prima crisi petrolifera del 1973. In Italia è stata istituzionalizzata già dalla legge 308/1982, ma è con la legge 9 gennaio 1991 n. 10 (art. 19) che l’energy manager trova un nuovo e più forte impulso. Viene infatti introdotto il Responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (più comunemente appellato energy manager), obbligatorio per le realtà industriali caratterizzate da consumi superiori ai 10.000 tep/anno e per quelle del settore civile, terziario e trasporti che presentino una soglia di consumo superiore a 1.000 tep/anno.

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Rapporto energy manager FIRE 2018

rapporto energy manager 2018

La presentazione del rapporto FIRE sugli energy manager riferiti alle nomine 2017. Si nota un’ulteriore crescita degli energy manager, nominati sia da soggetti obbligati che volontari, delle figure con certificazione EGE e delle organizzazioni con ISO 50001. Sono inoltre riportati i risultati delle indagini sulle agevolazioni per le imprese energivore e sugli incentivi, che la FIRE ha condotto nel 2018.

Sono 2.315 gli energy manager nominati nel 2017 (1.564 da soggetti obbligati e 751 da soggetti non obbligati), ciò significa che rispetto agli anni precedenti continua il trend di crescita, che si aggira intorno al 6% in 4 anni per i soggetti obbligati e all’11% in 15 anni includendo anche le nomine di soggetti non obbligati. Questi alcuni dei dati emersi dal Rapporto che FIRE redige annualmente sulla figura professionale e che quest’anno contiene due indagini, una sugli incentivi e l’altra sulle agevolazioni per le imprese energivore.

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Energy manager: la scadenza della nomina si avvicina!

Entro il 30 aprile di ogni anno i soggetti obbligati dalla legge 10/1991 devono nominare l’energy manager. Come calcolare se i consumi di un’azienda le impongono la nomina? Come si nomina l’energy manager e che ruolo ha? Come beneficiare di un sistema dell’energia ISO 50001? Che differenza c’è con la figura dell’EGE? Sono alcuni dei temi affrontati sinteticamente nell’articolo.

Pubblicato su: Qualenergia.

La legge 10/1991 prevede l’obbligo per i soggetti industriali sopra i 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) di consumi annui e per i soggetti degli altri settori oltre i 1.000 tep di nominare annualmente un energy manager. La nomina va presentata attraverso la piattaforma NEMO (nomina energy manager on-line) creata da FIRE in applicazione della circolare del MiSE 18 dicembre 2014 e disponibile all’indirizzo http://nemo.fire-italia.org.

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Nomina dell’energy manager: le novità

Da ieri sono disponibili le linee guida per la nomina dell’energy manager mediante la piattaforma NEMO, che illustrano in dettaglio i passi della procedura e che sono state da me illustrate in un primo webinar informativo tenuto ieri. Sono in programma altri due appuntamenti il 28 gennaio e il 10 febbraio, cui è possibile registrarsi sul sito http://em.fire-italia.org.

Quest’anno cambiano le modalità per presentare la nomina dell’energy manager, che la FIRE raccoglie su incarico a titolo non oneroso del Ministero dello sviluppo economico. In base alle indicazioni contenute nella circolare MiSE 18 dicembre 2014 la FIRE ha predisposto, con un investimento in risorse proprie, la piattaforma web NEMO (Nomina Energy Manager On-line) per gestire tutto il processo di nomina.

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