Considerazioni sul green new deal

appello sul clima

Sono stato recentemente invitato a partecipare a un interessante incontro sul tema del green new deal dagli organizzatori della conferenza annuale dell’APRE, l’Agenzia Promozione Ricerca Europea. Abbiamo discusso del tema insieme a Chiara Pocaterra di APRE, Annalisa Corrado del Kyoto Club e Gabriele Pasquini della Presidenza del Consiglio dei Ministri, moderati da Chiara Buongiovanni di APRE. Come spunto di partenza della discussione, oltre all’ambizioso programma europeo, si è considerato il recente Appello per il clima da parte delle imprese, di cui FIRE è uno dei firmatari.

Nel corso dell’incontro sul green new deal sono stati trattati diversi aspetti collegati alla transizione energetica e alla sostenibilità, con il focus sulle priorità per l’impiego delle risorse europee e nazionali.

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Il ruolo dell’uso razionale dell’energia post-crisi Covid-19

FIRE Buona pratica settore energetico

Tutti noi abbiamo desiderio di tornare alla normalità, dopo mesi di reclusione e difficoltà. Se l’idea fosse quella tornare alla normalità del “prima”, però, penso che avremmo perso una grande occasione e non usciremo mai da questa crisi, come non ci siamo mai ripresi da quella del 2007-2008. È evidente che il modello di crescita e vita che abbiamo costruito nell’ultimo secolo non è sostenibile. Ha certamente consentito di raggiungere grandi risultati su diversi fronti a livello globale, ma negli ultimi anni ha portato a un aumento delle diseguaglianze e ci ha messi di fronte a cambiamenti climatici dal forte impatto sociale ed economico. È dunque fondamentale uscire dalla crisi con una nuova visione, capace di coniugare sostenibilità e ricostruzione, crescita e uguaglianza. L’uso razionale dell’energia è una delle basi su cui costruire tutto questo e in questo articolo, pubblicato su Qualenergia, cerco di evidenziare che ruolo potrebbe giocare. 

Non è difficile prevedere che la pandemia produrrà una crisi economica e sociale profonda. Troppe sono infatti le attività in difficoltà perché ferme e, in alcuni casi, con prospettive di ripresa magre per l’anno in corso. Così come tante sono le famiglie che si trovano ad affrontare situazioni complicate per problemi economici o per le difficoltà di gestire i figli con le scuole chiuse nel momento in cui torneranno in ufficio. Certamente ci sono anche imprese e famiglie che sono state meno colpite o che addirittura hanno visto un miglioramento della situazione, ma sono solo una parte del tutto. È chissà quanto ci vorrà prima di liberarsi di questo virus. 

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