Qualche suggerimento energetico per il nuovo Governo

Il testo dell’intervista pubblicata sull’ultimo numero della rivista Gestione Energia, con qualche suggerimento energetico per il nuovo Governo e il nuovo Parlamento, senza dimenticare le ragioni per cui l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili dovrebbero essere una priorità e sono utili per il Paese. Non mancano le prime azioni che dovrebbero considerare le imprese per rispondere al caro energia e le attività di supporto messe in campo da FIRE.

Cosa dovrebbe fare il nuovo governo per spingere l’efficienza energetica?

Anzitutto riconoscere che è saggio, utile e conveniente promuovere con forza l’uso razionale dell’energia. Senza una visione in tal senso l’efficienza energetica rimarrà politicamente confinata a qualche comunicato o interrogazione, senza produrre effetti consistenti. Vale dunque la pena cominciare col dire perché conviene fare dell’efficienza energetica una priorità:

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Perché usare bene l’energia produce valore?

usare bene l'energia

In genere le imprese vedono l’energia come un costo da sostenere e l’efficienza energetica come un modo per ridurlo. L’uso razionale dell’energia è anche il pilastro della decarbonizzazione, e dunque c’è chi ha avviato un percorso pensando alla riduzione delle emissioni. Ma c’è un’altra ragione per usare bene l’energia nelle aziende: può rivelarsi una delle leve fondamentali per sviluppare nuovi prodotti e servizi e rinnovare il proprio business. Non è un caso che le imprese leader di mercato stiano sfruttando proprio un uso più intelligente delle risorse per rafforzare la propria competitività, non solo in termini di riduzione della struttura costi.

Perché usare bene l’energia produca valore è il tema che ho sviluppato in nel webinar organizzato da Reignite, insieme all’acceleratore Geosmartcampus con cui FIRE collabora. Nella presentazione parto dalle trasformazioni in corso per mostrare una serie di opportunità per le imprese ed alcuni studenti che possono aiutare sulla via della decarbonizzazione. Ho evidenziato tra l’altro quanto l’uso razionale dell’energia sarà sempre più importante anche per accedere alle risorse finanziarie necessarie per fare crescere le proprie imprese.

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Il ruolo dell’uso razionale dell’energia post-crisi Covid-19

FIRE Buona pratica settore energetico

Tutti noi abbiamo desiderio di tornare alla normalità, dopo mesi di reclusione e difficoltà. Se l’idea fosse quella tornare alla normalità del “prima”, però, penso che avremmo perso una grande occasione e non usciremo mai da questa crisi, come non ci siamo mai ripresi da quella del 2007-2008. È evidente che il modello di crescita e vita che abbiamo costruito nell’ultimo secolo non è sostenibile. Ha certamente consentito di raggiungere grandi risultati su diversi fronti a livello globale, ma negli ultimi anni ha portato a un aumento delle diseguaglianze e ci ha messi di fronte a cambiamenti climatici dal forte impatto sociale ed economico. È dunque fondamentale uscire dalla crisi con una nuova visione, capace di coniugare sostenibilità e ricostruzione, crescita e uguaglianza. L’uso razionale dell’energia è una delle basi su cui costruire tutto questo e in questo articolo, pubblicato su Qualenergia, cerco di evidenziare che ruolo potrebbe giocare. 

Non è difficile prevedere che la pandemia produrrà una crisi economica e sociale profonda. Troppe sono infatti le attività in difficoltà perché ferme e, in alcuni casi, con prospettive di ripresa magre per l’anno in corso. Così come tante sono le famiglie che si trovano ad affrontare situazioni complicate per problemi economici o per le difficoltà di gestire i figli con le scuole chiuse nel momento in cui torneranno in ufficio. Certamente ci sono anche imprese e famiglie che sono state meno colpite o che addirittura hanno visto un miglioramento della situazione, ma sono solo una parte del tutto. È chissà quanto ci vorrà prima di liberarsi di questo virus. 

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Comunità energetiche rinnovabili

mappa comunità energetiche

La nuova direttiva sulle fonti rinnovabili pubblicata nel 2018, che sarà recepita quest’anno, promuove l’autoconsumo anche in realtà come i condomini e introduce un nuovo soggetto: le comunità energetiche rinnovabili. Cosa sono? Perché rappresentano un’opportunità interessante per la generazione distribuita? Quali sono le sfide da affrontare? Ne ho parlato nell’articolo seguente, pubblicato su RiEnergia.

L’Italia con la legge 9 del 1991 avviò una trasformazione importante del sistema elettrico, creando le premesse per la diffusione della generazione distribuita, a testimonianza del ruolo di leader svolto dal nostro Paese sul tema. Inizialmente si diffusero i sistemi di cogenerazione, più convenienti e meglio promossi dal provvedimento CIP 6/92 di quelli alimentati da fonti rinnovabili. In seguito, sulla scia di diversi schemi di incentivazione, è toccato alle fonti rinnovabili (anche se non sempre finalizzate all’autoconsumo). Nel giro di trent’anni il cambiamento è stato rilevante: oggi abbiamo il 55% circa della produzione termoelettrica lorda proveniente da cogenerazione (con un rendimento medio di utilizzo dei combustibili del 53% circa) e il 18% del consumo interno lordo coperto da fotovoltaico, eolico e bioenergie (rapporto Terna 2018).

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Demand response e prosumer

full living grid source edie.net

Mi è capitato recentemente di scrivere di demand response – ossia di gestione attiva della domanda di energia – per FIRE e per RIE Energia e ne approfitto per condensare in questo articolo una serie di considerazioni sul tema. Soprattutto se i termini demand response o demand side management non dicono nulla è opportuno comprendere di cosa si tratti, perché nei prossimi anni acquisterà un’importanza crescente sia per gli utenti finali, sia per utility, ESCO ed altri operatori di mercato.

Il demand response è una modulazione della domanda di energia, in aumento o riduzione, al variare del prezzo della commodity. Non è un concetto nuovo, visto che affonda le sue radici nel demand side management di cui si parla da decenni. Una forma base è quella collegata alle tariffe multiorarie, in cui i prezzi differiscono a seconda della fascia (F1, F2, F3) e del giorno (festivo o feriale) di prelievo, introdotte per stimolare gli utenti a spostare i prelievi nelle ore di minore carico e, dunque, minore congestione per la rete e il parco di generazione. Un’altra forma di demand response può essere vista nei contratti di interrompibilità (per il triennio 2018-2020 la potenza impegnata è di circa 4 GW) per i quali un consumatore, tipicamente un grande utente industriale, volontariamente sceglie e si impegna ad una riduzione dei prelievi da rete o al distacco senza preavviso in cambio di un corrispettivo economico piuttosto cospicuo.

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