Il testo di un’intervista rilasciata a Donna Moderna sul tema della dipendenza dal gas naturale e sulle soluzioni a disposizione. Non risolveremo il problema in pochi mesi, ma se il cambiamento climatico non era abbastanza – a proposito, il nuovo rapporto IPCC è ancora più netto su quello che si prospetta per tutti noi – la guerra in Ucraina non può che spingerci ad accelerare un processo. Come nei migliori paradossi, la spinta arriva da chi ha meno interesse a muoverla.
A quanto ammonta il fabbisogno italiano di energia? Quali sono le principali fonti di approvvigionamento.
Nel 2019, anno prepandemia, il consumo interno lordo ammontava a circa 155 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep). Di queste, circa 61 Mtep erano riferite al gas naturale, utilizzato al 41% per la generazione elettrica e la cogenerazione – poco meno della metà delle fonti impiegate a tale scopo; le rinnovabili erano al 34% –, al 38% per gli edifici e al 13% per l’industria. Il gas rappresenta dunque una fonte fondamentale per il nostro Paese, non facile da sostituire in tempi brevi nemmeno in quantità limitate. È dunque importante non solo quanto ne usiamo, ma anche da dove arriva, e negli ultimi anni la dipendenza dalla Russia è purtroppo cresciuta eccessivamente.
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