Monitoraggio dei consumi energetici

misura e monitoraggio

Per individuare le opportunità di risparmio energetico e di efficientamento dei processi produttivi e dei servizi di un edificio, il monitoraggio dei consumi energetici è uno strumento fondamentale. In questo articolo, scritto per la Camera di commercio di Bolzano, affronto il tema del monitoraggio per i processi produttivi. L’aspetto più importante è che investire in un buon sistema di monitoraggio, espandendolo nel tempo, consente di ottenere molteplici benefici alle imprese e agli enti, non solo energetici.

In questa fase caratterizzata da prezzi dell’energia cresciuti di 3-4 volte rispetto al passato (o anche di più a seconda dei contratti in essere e del mix di combustibili), molte imprese hanno drammaticamente compreso come l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili sono interventi fondamentali non solo nell’ottica della decarbonizzazione. La buona notizia è che c’è quasi sempre una grande quantità di energia che si può risparmiare con interventi di semplice regolazione e di ottimizzazione o comunque dai tempi di ritorno molto brevi. Per cogliere questa opportunità, prima ancora di una diagnosi energetica, risulta fondamentale avere a disposizione un sistema di monitoraggio.

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Efficienza energetica nell’industria e IoT

efficienza energetica industria

La Strategia energetica nazionale del 2017 assegni al settore industriale un ruolo minore in merito agli obiettivi di efficienza energetica, anche perché la strategia comunitaria sulle emissioni al 2030 richiedono di puntare l’attenzione su edifici e trasporti. Ciononostante, le imprese manifatturiere hanno tutt’altro che esaurito il potenziale di miglioramento dell’uso dell’energia. Anzi, anche grazie all’Internet delle cose (IoT) nei prossimi anni potremmo trovarci di fronte a risultati di tutto rispetto. Qualche considerazione pubblicata su Qualenergia.

Che prospettive ci sono sul miglioramento dell’efficienza energetica nell’industria, da molti considerato un comparto che ha già conseguito buona parte del suo potenziale? In Italia è stato tra l’altro l’unico settore a conseguire un miglioramento dell’efficienza consistente dal 2000 al 2015 (23%, contro un media UE inferiore al 20%). Il rapporto “Study on energy efficiency and energy saving potential in industry and on possible policy mechanisms” di ICF del 2015 ipotizza a livello UE un potenziale economico di miglioramento dell’efficienza energetica nell’industria del 5% al 2030 rispetto allo scenario business as usual. Un valore senza dubbio poco entusiasmante e che potrebbe portare a dare una risposta negativa alla domanda iniziale. Per fortuna c’è più di una ragione per pensare che non sia così ed essere moderatamente ottimisti. 

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Oltre la ISO 50001: l’evoluzione dell’energy management nell’industria

finstral sede

L’industria continuerà a giocare un ruolo importante nella decarbonizzazione necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Sempre più dovrà considerare l’energia come una leva fondante del proprio business, su cui pensare i propri prodotti, ottimizzare i processi e rivedere la catena del valore e le filiere. Due sono gli elementi fondanti del cambiamento: l’ICT (e dunque industria 4.0) e il coinvolgimento del personale nei processi decisionali. I sistemi di gestione dell’energia sono utili anche perché pongono le basi per queste trasformazioni, se correttamente applicati. In questo processo l’energy manager avrà un ruolo importante, sempre più intrecciato con l’uso delle risorse e la sostenibilità. Ho parlato di questi temi al convegno organizzato da Finstral nella sede Auna di Sotto (BZ).

Un sistema di gestione dell’energia ben implementato non consente solamente di ottenere risparmi energetici. Se la definizione di una politica energetica e di un piano di azione appropriati, a valle dell’analisi energetica, consentono di ottenere buoni risultati sul piano energetico, sono due gli elementi che rendono la ISO 50001 uno strumento valido per innovare e rendere più competitiva un’impresa nel medio-lungo periodo: il monitoraggio e il coinvolgimento del personale.

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Enermanagement: quando l’efficienza energetica genera competitività

Cos’è l’efficienza energetica e perché investirci sopra sono le due domande cui la presentazione tenuta alla conferenza FIRE Enermanagement ha cercato di dare una risposta. Diverse evidenze mostrano che essere un leader oggi e rimanere competitivi domani richiede una forte attenzione alla gestione delle risorse, alla sostenibilità e alla filiera in cui rientrano le proprie attività. L’efficienza energetica diventa una reale leva di business se ben compresa e sfruttata, così come investire in modo intelligente sulla sostenibilità è un modo per affrancarsi dai rendimenti nulli o negativi delle attività tradizionali. 

Enermanagement è giunto alla settima edizione, e sono ormai anni che, oltre ad offrire una serie di buone pratiche e di mostrare nuove soluzioni, cerca di stimolare la diffusione di una nuova visione dell’energy management e una crescita del ruolo dell’energy manager, più in linea con le esigenze attuali.

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Perché investire nell’efficienza energetica

Cos’è l’efficienza energetica? Ha senso investirci, specie in un periodo di prezzi bassi? Quali sono le buone pratiche dell’energy management e come sta evolvendo il ruolo degli energy manager? Sono alcune delle domande a cui Enermanagement, la conferenza annuale FIRE che si terrà giovedì a Milano, cerca di dare una risposta. Le prime due domande, in particolare, meritano un approfondimento, perché non sono scontate. E una rivoluzione culturale, che mi piace raffigurare con i lego che interpretano il celebre dipinto di Pellizza da Volpedo.

Pubblicato su Qualenergia.

Molti identificano l’efficienza energetica con la possibilità di risparmiare in bolletta riducendo i consumi di energia. Per quanto interessante, questo elemento da solo non giustifica una particolare attenzione al tema: su circa trecento mila imprese manifatturiere, quelle energivore, ossia caratterizzate da una spesa energetica superiore al 2% del fatturato, sono circa tremila. Per il restante 99% delle imprese conseguire risparmi energetici risulta sicuramente utile, ma difficilmente può rappresentare una priorità rispetto ad altre voci di costo.

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