Riqualificazione energetica degli edifici pubblici: le linee guida Eurostat

linee guida Eurostat

In post passati avevo segnalato come l’approccio ai contratti EPC per la riqualificazione degli edifici pubblici da parte di Eurostat – che oltre a gestire le statistiche a livello comunitario monitora anche il rispetto del Patto di stabilità per la pubblica amministrazione – fosse piuttosto penalizzante. In sostanza il finanziamento tramite terzi risultava difficilmente utilizzabile senza iscrivere gli investimenti realizzati a bilancio, rendendo percorribile solo la strada dei contratti di servizio, sempre rischiosa in presenza di quote di lavori consistenti.  In seguito alla pressione ricevuta da molti Paesi membri, Eurostat è intervenuta nuovamente sul tema, modificando in modo piuttosto radicale la visione nel merito e rendendo il partenariato pubblico privato e gli appalti di lavori in relazione ai contratti EPC pubblici nuovamente una possibilità.

Di seguito la sintesi scritta per la newsletter di FIRE.

La proposta di Strategia energetica nazionale (SEN), su cui FIRE ha predisposto un documento di proposte di cui consiglio la lettura, ribadisce giustamente l’importanza dei contratti di rendimento energetico (EPC) per favorire la riqualificazione energetica di edifici e processi. Si tratta infatti di uno strumento che consente non solo di ottenere la garanzia delle prestazioni sui progetti di efficientamento energetico realizzato per la durata del contratto, ma anche di facilitare l’accesso alle risorse finanziarie di terzi, venendo incontro così alle esigenze dei soggetti che non dispongono di sufficiente equity da investire.

Come evidenziato da FIRE in varie occasioni (articoli, conferenze, audizioni), il modello dei contratti di rendimento energetico era diventato piuttosto difficile da sfruttare per la pubblica amministrazione – sottoposta al patto di stabilità – in seguito all’emanazione nel 2015 delle linee guida Eurostat dedicate ai contratti EPC. Esse infatti imponevano, fra le condizioni per poter evitare di iscrivere a bilancio le spese di capitale collegate alla riqualificazione energetica, che l’importo delle stesse fosse superiore a metà del valore dell’immobile riqualificato, rendendo dunque l’off-balance un’ipotesi ardua da perseguire.

Per fortuna, in perfetta linea con la proposta di SEN, Eurostat è tornato sui suoi passi pubblicando una nuova linea guida lo scorso 19 settembre. L’approccio è completamente cambiato, è in sostanza la P.A. potrà più facilmente ricorrere al partenariato pubblico privato (PPP) e ad appalti di lavori senza dover iscrivere i costi di investimento a bilancio. L’importante è che siano verificate alcune condizioni, oltre ovviamente al fatto che le risorse economiche devono essere messe da un terzo (banca, fondo, ESCO, etc.).

La prima è che i rischi dell’intervento (performance, manutenzione, riqualificazione e gestione) devono tutti ricadere sul fornitore, che così può sostanzialmente essere considerato il “vero” investitore. La seconda è che il canone verso il fornitore deve essere collegato alle performance dell’intervento, senza che vi siano canoni minimi garantiti. La terza è che, in caso di factoring, il fornitore non ceda al factor il credito pro soluto (trasferendo dunque in sostanza il rischio di prestazione all’amministrazione).

La nuova linea guida precisa inoltre che nel noleggio operativo possono essere considerate fuori bilancio sia le opere rimovibili che quelle non rimovibili, consentendo di includere anche l’involucro edilizio, anche qui introducendo una gradita revisione della visione precedente. Un altro aspetto interessante riguarda l’iscrizione a bilancio del bene al momento del riscatto: se è associato un costo a tale operazione, si tiene conto solo del valore residuo del bene, altrimenti si chiude con una partita di giro senza effetti sul bilancio dell’amministrazione.

Si tratta dunque di un deciso passo avanti, che offre opportunità alternative rispetto agli appalti di servizi tipo il servizio energia plus. Rimangono per l’applicazione del PPP i vincoli in merito al progetto definitivo richiesti dal nuovo codice degli appalti (una follia nell’ambito dell’EPC per la riqualificazione energetica), aspetto che presumibilmente favorirà il ricorso all’iniziativa privata.

Nella conferenza FIRE in programma a Bologna il prossimo 11 ottobre saranno illustrati diversi casi interessanti di EPC sia nel pubblico, sia nel privato, e si approfondiranno questi temi.