Mentre andavo ieri in ufficio mi sono goduto famiglie di papaveri emergere sopra un campo di grano. La natura sa trovare modi molto eleganti e rispettosi per consentire ai vari esseri di trovare il proprio spazio vitale.
Anche noi uomini sappiamo farlo, talvolta anche meglio. Peccato che negli ultimi anni esercitiamo raramente quest’arte, troppo presi da pregiudizi, narcisismo e voglia di sopraffazione. Troppo tesi alla ricerca di consenso.
Ma chi l’ha detto che dobbiamo vivere per cercare il consenso? Perché non portare avanti ciò in cui crediamo e che sappiamo essere giusto, anche se costa fatica? Perché non provare ad ascoltare chi abbiamo di fronte e a trovare soluzioni condivise? E perché scrivere solo post e articoli corti perché la gente non legge? Dove andiamo così di fretta e cosa speriamo di ottenere?
Certo non produttività. Certo non relazioni. Certo non pienezza.
Abbiamo una repubblica, abbiamo libertà, abbiamo tanti modi per sfruttare al meglio entrambe. Auguro a tutti noi di riuscire a investire energie nel riuscirci!
Buona Festa della Repubblica!
Un piano di azione per riqualificare gli edifici
Riqualificare gli edifici ci serve sia per rendere migliori, più confortevoli e sicuri i luoghi dove passiamo buona parte della mia vita, sia per rispondere alla sfida del cambiamento climatico. Abbiamo a disposizione numerose opportunità di intervento. Alcune molto convenienti, altre, come il rinnovamento dell’involucro edilizio, costose. Con una strategia e strumenti adeguati è comunque possibile riuscire ad intervenire in modo sostenibile dal punto di vista economico. Non so se sarà possibile raggiungere gli obiettivi comunitari – cosa che dipenderà anche da come verranno definiti – ma non è questo il punto. Ci conviene intervenire per vivere meglio e stimolare la nostra economia.
Articolo pubblicato originariamente su Quotidiano Energia.
Visto che si parla di PNIEC, ossia del Piano nazionale integrato energia e clima, l’Italia ha un’urgenza: mettere in piedi una strategia credibile e solida per riqualificare il parco immobiliare e il settore dei trasporti. La ragione non sta tanto negli obiettivi legati al pacchetto europeo Fit for 55, quanto a due considerazioni di base. La prima è che questi due settori continuano ad affossare gli indicatori energetici ed ambientali nel nostro Paese, come risulta anche dal rapporto annuale Efficiency and decarbonization indicators in Italy and in the biggest European Countries, la cui edizione 2023 è stata appena pubblicata dall’Ispra. La seconda è che i edifici e trasporti sono da noi responsabili del 75% dei consumi finali di energia e dunque presentano i margini maggiori di intervento. Di seguito alcune considerazioni di FIRE sul settore degli edifici, basate sui commenti inviati al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) per rispondere alla consultazione sul Piano nazionale.
Continue reading →La sfida della decarbonizzazione
La sfida della decarbonizzazione per l’Italia è fondamentale. L’ha ribadito l’ultimo rapporto dell’IPCC. La domanda per le imprese è quanto e come pesino sulla loro visione il cambiamento climatico e le sue conseguenze pratiche. Quanto questo ha modificato la loro missione, le loro strategie e le proposte di valore dei loro prodotti e servizi. Sono domande importanti a cui dedicare tempo perché dalle risposte dipenderà in buona parte la loro competitività nei prossimi anni.
Pubblicato sulla newsletter FIRE del 2 maggio.
Il Sesto Assessment Report dell’IPCC è stato pubblicato pochi mesi fa. Lo scenario futuro si è fatto ancora più cupo e la necessità di intervento ancora più impellente. Forse anche per questo non se n’è praticamente parlato sui media. Eppure l’Italia è il Paese industrializzato che più andrà a perdere dalle trasformazioni in atto. L’impatto sull’agricoltura e sull’industria agroalimentare, così come sulle risorse naturali e sul turismo, rischia infatti di essere devastante. Ma forse, come appare dalla tanto discussa campagna sul turismo con protagonista la Venere di Botticelli, ancora si pensa che la gente si sposti solo per vedere monumenti e musei. Temo che non sarà un bel risveglio.
Continue reading →Buona Pasqua!
«Crucifige, crucifige!
Omo che se fa rege,
secondo la nostra lege
contradice al senato»
Quando ero bambino la scelta era se rivedere il Gesù di Nazareth di Zeffirelli. Da ragazzino, chi non studiava la poesia della Donna de Paradiso di Jacopone da Todi da cui è tratto l’incipit di questo post? Da ragazzo scoprivo la veglia di Pasqua (da bambino al massimo mi portavano a quella di Natale) e l’intensa versione neocatecumenale del Preconio. Esperienze comuni per la mia generazione.
Ieri, sfogliando le notizie su un quotidiano, mi sono imbattuto in titoli quali “La storia del Venerdì Santo: perché Gesù fu processato e crocefisso”, “Ultima cena, Via Crucis e triduo Pasquale, 10 cose da sapere” e mi sono chiesto se comincia ad essere necessario spiegare alla gente le basi più consolidate delle nostre tradizioni (la cui conoscenza dovrebbe prescindere dai credo religiosi). Del resto non mi pare che la TV proponga il Gesù di Zeffirelli, o anche uno dei tanti film sul tema diretti da altri registi. Poi però ho aperto Google trends e riscontrato che le voci associabili alla Pasqua sono rimaste costanti come ricerca negli ultimi cinque anni. Forse non tutto è perduto.
Spero anzi che i giovani – che si trovano spesso sprovvisti sia della tradizione, che con tutti i suoi difetti sapeva offrirci un riparo e una guida, sia della molto più importante, ma anche difficile, conoscenza di sé stessi – sappiano individuare nuovi modi per rallegrarsi della nascita di Gesù e della sua Rinascita. Perché è anzitutto un modo per rinascere dentro di noi, specie quando i casi della vita e le nostre scelte ci hanno portato lontano dalla nostra essenza, dal nostro cuore.
E auguro a tutti di non essere come il gruppo che urlava “crucifige”, le cui file in quest’epoca di rapporti virtuali e di cattivo uso della libertà individuale sono così piene, non solo sui social. Piuttosto dovremmo tutti cercare di essere quelli che rimangono svegli, quelli che non Lo rinnegano, quelli che Lo salvano, perché saremmo quelli che salviamo noi stessi e con ciò il mondo intero.
Auguri e buona Pasqua!
Intervista a ChatGPT: meglio le fonti rinnovabili o quelle fossili?
Viviamo in un’epoca in cui si sta perdendo la capacità di studiare e di comprendere i fenomeni prima di prendere le decisioni. La semplificazione e la polarizzazione che ormai caratterizzano le risposte ai post social e ai talk show rendono sempre più difficile approfondire i temi, apprezzare le sfumature e trovare soluzioni concordate. Viceversa ognuno rimane ancorato a posizioni ideologiche che, sfortunatamente, possono fare solo danni, proprio perché non consentono di tenere conto di come funziona veramente il mondo. E andrà sempre peggio, perché fra un po’ non ci sarà nemmeno bisogno di impegnarsi a scrivere. Infatti il testo che segue non l’ho redatto io, ma ChatGPT in risposta alla domanda del titolo che io le ho posto e alle due aggiuntive. Apparentemente sono risposte di buon senso, migliori di tanti commenti che si sentono in giro da sedicenti esperti o tuttologi. Ma fa paura pensare che finiremo per affidarci sempre più a servizi di cui non conosciamo le logiche e l’etica (che ovviamente c’è, determinata dalle scelte dei programmatori. Buona lettura…
Ecco l’intervista a ChatGPT su fonti rinnovabili e fonti fossili, bando UE (ora slittato) dei motori a combustione interna per le auto, utilità dell’efficienza energetica e nucleare di quarta generazione. Le risposte le ho ricevute fra il 5 e il 6 marzo (non perché ci abbia dovuto pensare su, visto che bastano sempre una manciata di secondi, ma perché ho deciso di aggiungere le domande successive alla prima in un secondo momento).
Domanda: conviene investire nelle fonti rinnovabili o in quelle fossili?
Investire di più nelle fonti rinnovabili o in fonti fossili dipende dalle esigenze e dagli obiettivi specifici dell’investitore. Tuttavia, in generale, investire nelle fonti rinnovabili come l’energia solare, eolica e idroelettrica può avere molti vantaggi rispetto all’investimento nelle fonti fossili come il petrolio, il carbone e il gas naturale.
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