Bond per i fondi di garanzia per l’efficienza energetica, pompe di calore, auto elettriche e altre elettrotecnologie efficienti, attuazione dei SEU sono alcuni dei temi sostenuti dalla FIRE alle audizioni annuali dell’AEEG.
Premessa
La FIRE, Federazione Italiana per l’uso Razione dell’Energia, nel ringraziare per la possibilità offerta di portare un contributo ai temi attualmente oggetto di discussione, auspica che l’Autorità continui a svolgere un ruolo esemplare in termini di rapporti con il mercato (audizioni, consultazioni) e di documenti integrati; approccio che le altre Istituzioni farebbero bene a fare proprio.
Osservazioni
L’efficienza energetica è una priorità, come indicato dalla direttiva 2012/27/UE da recepire a breve nel nostro ordinamento, dalla SEN, e – aspetto più interessante – dal mercato.
La conversione in atti legislativi e regolatori di tale priorità sembra essere però incoerente con le premesse. Ci limitiamo a due esempi significativi, uno generale e uno particolare:
– si punta a sconti sulla bolletta e non a interventi strutturali in grado di risolvere il problema degli alti costi dell’energia (approccio che solleva dubbi sull’efficacia di breve periodo e che risulta sicuramente dannoso nel medio-lungo termine);
– permangono tariffe per clienti domestici che contrastano l’utilizzo di pompe di calore elettriche e cucine a induzione, e non tengono conto dell’elettrificazione progressiva dei consumi e del mercato attuale corto.
Sul primo punto FIRE ritiene che sarebbe più interessante e utile per il Paese utilizzare i bond proposti nell’ambito del “decreto del fare 2” per finanziare un fondo di garanzia per l’efficienza energetica, piuttosto che sconti in bolletta.
Ne beneficerebbero nel breve periodo meno utenti, ma il beneficio sarebbe strutturale, metterebbe in moto la filiera nazionale dell’efficienza e offrirebbe nel medio lungo periodo benefici più consistenti. Gli interessi fatti pagare ai contribuenti sarebbero in parte compensabili dagli interessi sui prestiti coperti dal fondo di garanzia e andrebbero a stimolare investimenti; non costituirebbero solo un onere finanziario per differire un costo in bolletta.
Sul secondo aspetto riteniamo che in una fase di mercato corto dovrebbe essere di interesse dei grandi produttori, specie di quelli attivi a livello internazionale, sfruttare i margini garantiti dai mercati Esteri per sperimentare nuovi modelli di business basati sull’efficienza nel nostro mercato e prepararsi per tempo alla rivoluzione energetica globale. In tale ambito parrebbe logico spingere al massimo auto elettriche, pompe di calore elettriche e cucine a induzione, interventi che oggi si scontrano con una struttura tariffaria inadeguata e svantaggiosa (o a problemi di infrastruttura per i veicoli elettrici).
Sul fronte regolatorio sarebbe dunque importante rimuovere gli extra costi tariffari per i contratti domestici oltre i 3 kW.
Altro tema che ha a che fare con l’efficienza energetica è quello dei sistemi efficienti di utenza (SEU) previsti dal D.Lgs. 115/2008, di cui ancora si è in attesa di una delibera attuativa.
L’AEEG ha dedicato ampio spazio nella consultazione di quest’anno al tema degli oneri di sistema, che con le attuali regole sui SEU finirebbero per gravare su un numero decrescente di utenti. L’idea che tutti i consumatori di energia paghino gli oneri è condiviso da FIRE, ma non può essere una scusa per non portare avanti il provvedimento (che serve fondamentalmente per garantire il modello ESCO con finanziamento tramite terzi e contratti a prestazioni garantite nella generazione distribuita). Se, tra l’altro, gli oneri di sistema è ragionevole che siano pagati sui consumi, è corretto che gli oneri di rete (trasporto, dispacciamento, etc.) siano collegati alle sole quantità scambiate con la rete. Si auspica dunque che il provvedimento sui SEU possa vedere presto la luce e che si scelga di non gravare i piccoli impianti con richieste e procedure inutilmente gravose.
Un tema caldo è quello del dispacciamento e degli sbilanciamenti. La FIRE ritiene che vada bene rivedere le regole per sensibilizzare anche i produttori diffusi di piccola taglia, purché sia fatto tenendo conto della taglia degli impianti e dell’effettivo impatto sulla rete, ma occorre anche dare a tali impianti la possibilità di accedere agli elementi positivi della disponibilità di capacità. Se è corretto che paghino gli sbilanciamenti, è altrettanto ragionevole che possano essere premiati se disponibili a mettere a disposizione capacità al sistema.
Si nota poi una certa asimmetria informativa in alcuni documenti dell’AEEG, peraltro sempre interessanti e puntuali (l’ultimo esempio è la recente audizione alla X Commissione al Senato). Ad esempio si sa tutto sugli oneri di sistema, ma non si trovano dati sul cosiddetto uplift di cui alla delibera 111/06 (raddoppiato negli ultimi sei mesi e ora nell’ordine dei 10 €/MWh) o sui costi dell’interrompibilità. I costi alti dell’energia non dipendono solo e non si possono identificare con gli oneri di sistema. I costi delle rinnovabili andrebbero soppesati considerando il valore dei costi sociali (difficili da quantificare, ma con un punto di partenza pari a 20-30 €/MWh secondo l’ultimo rapporto Externé di qualche anno fa).
La FIRE ha svolto infine indagini sulle tariffe per i clienti domestici. Quello che stiamo osservando è la quasi scomparsa di offerte con sconto praticato rispetto alle condizioni praticate sul mercato della tutela (e anche una rarefazione di quelle indicizzate). Questo determina delle difficoltà per i consumatori, anche perché, in genere, il prezzo fisso proposto dai fornitori è maggiore delle condizioni attuali di tutela, e diventa conveniente solo in caso di crescita del prezzo dell’energia. Risulta ancora deficitaria la trasparenza e l’informazione, sia tramite call center, sia nelle informative mandate nel mercato libero ai propri clienti dai fornitori.
In ciò si conferma l’indagine svolta da FIRE a inizio 2009: i siti web dei fornitori sono in genere sufficientemente chiari, ma questo non è sufficiente a garantire l’appetibilità del mercato libero, anche perché nel frattempo le proposte commerciali sono diventate meno interessanti.
La FIRE ritiene dunque opportuno continuare a monitorare il mercato domestico, accelerare l’adozione di una fatturazione trasparente e capace di fornire informazioni chiari sull’andamento dei consumi al cliente e informare bene gli utenti su benefici e rischi connessi a contratti a prezzo fisso.
L’Autorità si trova ad affrontare una fase delicata di mercato. Auspichiamo e confidiamo che possa individuare provvedimenti equilibrati in grado di traghettarci verso un sistema elettrico stabile, moderno e basato su minori consumi e una quota crescente di fonti rinnovabili collegate agli usi finali.