La cogenerazione è una soluzione sempre interessante laddove la domanda di elettricità e calore dei servizi energetici consentano di sfruttare al meglio la produzione combinata di energia elettrica e termica di motori e turbine (e, se mai diventeranno competitive, delle celle a combustibile). Da anni la cogenerazione conta sui certificati bianchi come principale schema di supporto. L’intervento introduttivo fatto al workshop organizzato da Whitenergy lo scorso gennaio è stata l’occasione per riportare i principali numeri e benefici di questa soluzione, ricordare le caratteristiche dei certificati bianchi CAR e dare qualche anticipazione all’atteso decreto sui certificati bianchi, che purtroppo ancora non è stato pubblicato.
Quando si parla di cogenerazione l’Italia occupa una posizione di punta a livello mondiale. Circa il 55% dell’energia termoelettrica generata nel nostro Paese viene dalla cogenerazione. Alla quota ad alto rendimento sono associati 57 TWh elettrici e 36 TWh termici, con un risparmio di energia primaria pari all’11% e un rendimento del 65% contro il 42% del parco non cogenerativo. Questo risultato è legato alla storia del Paese, a provvedimenti come la legge 9/1991 che lanciò la generazione distribuita, a programmi come il CIP 6/1992 prima e i certificati bianchi dopo.
Nella presentazione seguente ricordo come funziona l’incentivo dei certificati bianchi per la cogenerazione ad alto rendimento (CAR) e quali novità si prefigurano per il meccanismo nel suo complesso. Purtroppo il decreto che dovrebbe introdurre le nuove linee guida è rimasto bloccato al Ministero dell’ambiente da metà dicembre e la situazione non è certo migliorata con la caduta del Governo e la successiva creazione del nuovo Ministero della transizione ecologica. Nel frattempo la situazione sul mercato dei TEE si infiamma e quello che era il principale schema di supporto dell’efficienza energetica rischia di collassare. Ma di questo parlerò in altra sede.
Di seguito la mia presentazione. Per un quadro più completo trovate gli atti del webinar e tutte le presentazioni sul sito di Whitenergy.
Ciao Dario, molto interessante l’articolo.
Comunque, ho una domanda in più. Anche se Lei ha detto che questo decreto non modificherà la normativa sulla cogenerazione, il dubbio che sorge e il seguente: se quest’anno si fa un impianto di cogenerazione (CAR), l’azienda prevede di ottenere i certificati bianchi per i prossimi 10 anni. Questo decreto che prevede solo fino al 2024, potrebbe ostacolarne l’ottenimento?
Diciamo, puo succedere che tra 5 anni non si possano ottener piú i certificatti bianchi CAR?
grazie mille!
Emilia
Buongiorno Emilia,
il D.M. 11 gennaio 2017, come modificato dal D.M. 21 maggio 2021, prevede all’art. 4bis comma 6:
“A decorrere dal 1° giugno 2025, qualora non siano stati definiti obiettivi quantitativi nazionali per gli anni successivi al 2024 o non siano stati espressamente previsti strumenti diversi per la tutela degli investimenti, il GSE ritira i certificati bianchi generati dai progetti in corso, per ciascun anno di durata residua di diritto all’incentivo, corrispondendo un valore pari alla media del valore di mercato registrato sulla piattaforma di scambio del GME nel quadriennio 2021-2024, ridotta del 10%.”
Quindi esiste già un meccanismo di tutela dei progetti realizzati entro il 2024. Ovviamente il produttore CAR potrebbe scegliere fra tale prezzo e il ritiro dedicato fissato dal D.M. 5 settembre 2011.
È inoltre presumibile che nel frattempo quest’ultimo decreto venga aggiornato, per cui non vedo particolari problemi.