Il MiSE ha pubblicato il 14 ottobre alcune faq sul tema delle diagnosi energetiche obbligatorie per le grandi imprese e gli energivori. Nell’articolo si illustrano sinteticamente i contenuti del documento.
Pubblicato su: www.quotidianoenergia.it.
Il prossimo 5 dicembre scade il termine per le “grandi imprese” – ossia i soggetti che non rientrano fra le PMI in base alla definizione comunitaria – e le imprese a forte consumo di energia elettrica per realizzare le diagnosi energetiche previste obbligatoriamente dal D.Lgs. 102/2014 di recepimento della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica. Rimane dunque poco tempo per adempiere un obbligo che prevede multe da 4.000 a 40.000 euro per gli inadempienti (replicabili in caso di mancato adempimento nei sei mesi successivi).
Il MiSE è intervenuto sul tema il 14 ottobre con alcune precisazioni, che si aggiungono all’emanazione delle linee guida lo scorso giugno. Vista l’importanza del tema, e il numero non trascurabile di imprese che si sta muovendo solo ora per adempiere all’obbligo, di seguito si fornisce una sintesi degli elementi principali del documento, rimandando gli interessati al sito dell’ENEA per scaricare la documentazione collegata.
In merito all’individuazione delle imprese obbligate, un soggetto che sia contemporaneamente grande impresa ed energivoro deve considerare quanto previsto per la prima categoria, ossia deve realizzare la diagnosi, ma non ha l’obbligo di dimostrare la realizzazione di interventi di efficientamento energetico negli anni successivi. Per la verifica degli aspetti dimensionali i siti situati all’estero non vanno conteggiati e le imprese estere collegate e associate fungono esclusivamente da ponte. Una ESCO che risulti sottoposta all’obbligo deve includere i siti gestiti, indipendentemente dall’utilizzatore, che invece deve considerare il sito nel caso in cui sia esso un soggetto obbligato e non lo sia la ESCO.
Relativamente alle diagnosi, il documento ribadisce che sono possibili forme di clusterizzazione alternative a quella proposta da ENEA nelle linee guida, che ha il vantaggio di essere considerata valida a priori. Il campionamento dei siti deve essere attuato con riferimento alla categoria ATECO prevalente e, per il primo anno, si può effettuare con riferimento ai soli consumi, senza differenziazione per tipologie di processo. Nella diagnosi occorre considerare tutta l’energia consumata nel sito, oltre a quella prodotta in loco con fonti rinnovabili e cogenerazione. A tal fine occorre avvalersi del foglio di calcolo predisposto da ENEA.
Viene poi specificato che se chi presenta la diagnosi non è un EGE, energy auditor o ESCO certificata da organismo accreditato, deve autocertificare la propria idoneità, indicando le proprie competenze ed esperienze. Infine si forniscono indicazioni sulle modalità tecniche e la comunicazione dei risparmi energetici conseguiti non rendicontati attraverso i certificati bianchi.
Ultimo aspetto rilevante: le diagnosi devono essere presentate entro il 22 dicembre. Viene così dato qualche giorno in più alle imprese per predisporre i documenti nel formato stabilito da ENEA e per inviare il tutto attraverso la piattaforma che verrà messa a disposizione dall’Ente (al momento si può utilizzare l’indirizzo di posta dedicato).
Per concludere giova ricordare che la diagnosi energetica (e non solo energetica) dovrebbe essere una prassi corrente nelle imprese, intesa a gestire in modo efficiente un centro di costo, nonché una risorsa fondamentale per la produzione di beni e servizi e per il comfort. Un’impresa consapevole sul piano energetico non solo ottiene benefici in termini di risparmi in bolletta, ma riduce i rischi sulle lavorazioni, migliora le pratiche di gestione e manutenzione, consegue vantaggi produttivi e ambientali.
Dunque è bene che la diagnosi sia realizzata con cura e vista come un investimento utile, di cui fare tesoro negli anni successivi, possibilmente passando a una logica più strutturata e efficace, quale l’adozione di un sistema di gestione dell’energia ISO 50001. A questo proposito, la FIRE dedica al tema della produttività energetica e delle modalità per sfruttare l’energia come fattore di competitività la conferenza annuale Enermanagement, che si terrà a Milano il 1 dicembre.