Contratti EPC: linee guida Eurostat e intervista su Smart City

Contratti EPC con Dario Di Santo su Smart City Radio24

Introdotto formalmente nella legislazione italiana nel 2008, il contratto di energy performance (EPC) era considerato l’anello mancante che avrebbe permesso di chiudere la filiera delle riqualificazioni energetiche, soprattutto dal punto di vista finanziario. Come vedremo, consiste nell’affidare a una società specializzata (una ESCO – energy service company) la riqualificazione energetica e la successiva gestione energetica di un edificio, piuttosto che uno stabilimento, a fronte di un canone che varia in proporzione all’effettivo risparmio energetico conseguito.La formula funziona, mi ci sono alcune attenzioni da osservare. Ne approfitto inoltre per riportare una sintesi sulle nuove linee guida Eurostat, che contengono importanti novità per la Pubblica Amministrazione e la possibilità di ricorrere a investimenti fuori bilancio.

Di seguito l’intervista rilasciata a Maurizio Melis su Smart City, il programma di Radio 24 dedicato alle tematiche energetiche.

L’intervista tratta in generale il tema dell’EPC: le sue caratteristiche fondamentali, gli elementi che lo contraddistinguono e una serie di considerazioni sulla sua diffusione. Per quanto riguarda la P.A., è stata pubblicata a maggio da Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea, e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), la guida per il trattamento statistico degli Energy Performance Contract (EPC).

Il documento, ben più corposo e corredato di esempi di quelli precedenti, è rivolto principalmente alla P.A. e agli operatori che operano nel settore dell’efficienza energetica e chiarisce come gli investimenti per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici debbano essere trattati da un punto di vista contabile.

Finora l’incertezza sulla contabilizzazione dei costi dei contratti EPC riguardo l’iscrizione o meno nei bilanci delle pubbliche amministrazioni è stata una delle cause che ha ostacolato la diffusione di tali contratti. L’intento della guida è proprio quello di dare maggiore sicurezza sul tema, così da facilitare la pianificazione degli interventi di efficienza energetica e il ricorso al finanziamento tramite terzi fuori bilancio, e dispiegare tutto il potenziale di risparmio energetico conseguibile dagli edifici pubblici.

La guida si configura a tutti gli effetti come una linea guida di riferimento, spiega come le regole del Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (SEC 2010) si applicano ai contratti EPC, e rappresenta l’applicazione pratica della nota Eurostat sul trattamento dei contratti EPC nei conti pubblici pubblicata a settembre del 2017 (EPC).

Vengono definite le caratteristiche richieste da Eurostat per considerare un contratto come EPC. Tra di esse un elemento nuovo riguarda la durata del contratto: un EPC, per poter essere considerato tale da Eurostat e dare accesso ai benefici sull’off-balance, deve avere una durata almeno di 8 anni.

Oltre a ribadire la necessità che il canone verso il fornitore (ESCO) sia collegato al livello di prestazione energetica raggiunta, è chiarito che il valore dei risparmi valutati in ragione della baseline dei consumi per la durata del contratto debba essere superiore alla somma dei costi operativi e dei finanziamenti pubblici. Inoltre, è richiesto che il valore dei risparmi garantiti annualmente sia maggiore dei costi annui operativi e che i flussi di cassa generati dalla vendita di energia prodotta da eventuali impianti di generazione o cogenerazione  siano inferiore al 50% del valore dei risparmi garantiti.

Il principio per una corretta contabilizzazione introdotto da ESA 2010 è che gli asset debbano essere contabilizzati nel bilancio del proprietario economico del bene, ossia il soggetto che sostiene la maggior parte dei costi ed ha diritto alla maggior parte dei benefici legati agli asset. La guida a riguardo rappresenta il riferimento da utilizzare per individuare correttamente i rischi e i benefici che, all’interno di un contratto EPC, ne determinano la corretta contabilizzazione.

La guida riporta infatti la metodologia da adottare per una corretta valutazione sul trattamento statistico da adottare in funzione degli elementi presenti nel contratto EPC, quali gestione dei rischi, attività di progettazione, realizzazione e gestione, condivisione risparmi e costi, procedure di misura e verifica delle prestazioni, tipologia di finanziamento e assicurazione, etc. Per ciascuno di questi elementi vengono descritti nel dettaglio gli aspetti che comportano una automatica contabilizzazione on-balance o che hanno un’influenza elevata o moderata nella determinazione degli investimenti che richiedono l’iscrizione a bilancio (il tutto riassunto in un’utile tabella riportata negli allegati alla guida). Così come sono evidenziati gli aspetti che risultano neutrali ai fini della contabilizzazione. Utili infine gli esempi che mostrano come trattare i finanziamenti pubblici.

La guida Eurostat sugli EPC rappresenta un riferimento pratico nelle mani degli operatori pubblici, che potranno beneficiare della presenza di regole più chiare sulla predisposizione dei contratti di energy performance ed in particolare della possibilità di non iscrivere gli investimenti a bilancio, ma anche per gli operatori privati che vorranno investire in tale settore e che troveranno, presumibilmente, maggiore apertura da parte della P.A. per riqualificare gli edifici e gli impianti con ricorso a fondi terzi.