Consultazione MiSE sui certificati bianchi

Una breve nota pubblicata su Quotidiano Energia che sintetizza i contenuti del documento di consultazione predisposto dal MiSE sullo schema dei certificati bianchi. Ricordo che si parlerà di questo tema nel workshop organizzato da FIRE a Roma il 23 settembre p.v. in collaborazione con ENEA.

Pubblicato su: www.quotidianoenergia.it.

Il 30 settembre scade il termine per partecipare alla consultazione indetta dal Ministero dello sviluppo economico sullo schema dei certificati bianchi, in attesa delle nuove linee guida che regoleranno il meccanismo nel futuro.

Vale la pena di ricordare che lo schema dei TEE rappresenta il principale strumento di supporto per l’efficienza energetica nel nostro Paese. Dal 2006 a fine 2014 sono stati rilasciati 31 milioni di certificati bianchi, corrispondenti a circa 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep). Il MiSE ha inoltre indicato, nella comunicazione alla Commissione europea del dicembre 2013, che il 60% circa degli obiettivi sull’efficienza energetica al 2020 saranno conseguiti grazie al meccanismo dei TEE.

Lo schema, che inizialmente interessava prevalentemente interventi nel settore civile, sia in termini di progetti presentati, sia di risparmi energetici conseguiti, negli ultimi anni ha visto emergere con forza il settore industriale, cui ormai afferisce circa l’80% dei titoli emessi. Si tratta di una tendenza prevedibile in ragione del maggiore impatto economico del meccanismo sui progetti con tempo di ritorno dell’investimento più breve, quali quelli del settore manifatturiero. Tra l’altro questo aspetto, unito alla predominanza di progetti a consuntivo – caratterizzati da una valutazione dei risparmi energetici non basata su metodologie semplificate e fondate sull’effettiva misura delle performance energetiche –, rappresenta uno degli elementi di maggiore interesse del meccanismo italiano nel panorama internazionale.

Le ragioni alla base dell’introduzione di nuove linee guida, oltre alle richieste del D.M. 28 dicembre 2012 e del D.Lgs. 102/2014, sono riassunte nel documento in consultazione. Le principali sono: l’incremento dell’efficacia dello schema, la definizione incerta dell’addizionalità nel settore industriale, l’esigenza di rivedere la vita tecnica in base alla quale vengono riconosciuti i TEE, la gestione delle responsabilità sui progetti quando non sono presentati dall’utente finale, il contrasto di comportamenti speculativi.

Due elementi da segnalare sono la ridotta crescita dei risparmi energetici dovuti allo schema dei TEE (che differisce dai certificati bianchi emessi in ragione del valore medio del coefficiente di durabilità tau), fattore che evidenzia una progressiva perdita di efficacia dello schema (l’obiettivo dello schema è ovviamente conseguire risparmi energetici, non titoli), e il livello dei costi annuali in bolletta che si sta avvicinando alle stime indicate nella Strategia energetica nazionale (710 milioni di euro nel 2014, contro il miliardo al 2020 citato nel documento governativo).

Tale elenco basta a fare comprendere come siano in discussione aspetti centrali del funzionamento dello schema, per cui si ritiene saggia e condivisibile la decisione del Ministero di procedere a una consultazione pubblica. Così come è importante che i portatori di interesse rispondano apportando suggerimenti e proposte, al fine di sfruttare al meglio questo momento. Di seguito si riportano sinteticamente gli spunti di discussione presenti nel documento del MiSE.

Sul tema della revisione delle modalità di riconoscimento dei TEE, il documento propone due opzioni (fermo restando la possibilità di proporne di ulteriori): riduzione della vita tecnica a massimo 15 anni e allungamento della vita utile (il periodo in cui vengono emessi i TEE) allo stesso valore, mantenimento della vita utile di 5 anni e introduzione di un fattore di premialità compreso fra 1,5 e 2 (da applicare a interventi più complessi e impegnativi in termini di investimento). Senza entrare nel merito di vantaggi e svantaggi connessi con queste proposte, in ragione dello spazio a disposizione, è evidente che in generale si ridurrà l’apporto di titoli per progetto (il valore dell’incentivo dipende dal prezzo sul mercato, che a sua volta è funzione dell’andamento dell’offerta in relazione agli obblighi, per cui è difficile fare previsioni sul fronte economico).

Relativamente all’addizionalità e alla baseline di riferimento su cui valutare i risparmi energetici, il MiSE comunica che saranno definiti meglio i criteri per valutarla, al fine di ridurre gli elementi di incertezza e contenzioso. Viene anche proposto di considerare il costo di investimento sostenuto come elemento su cui valutare l’emissione di titoli, al fine di evitare la sovra remunerazione di alcuni investimenti.

Si propone quindi di aggiornare l’ambito di applicazione del meccanismo alle diverse soluzioni tecnologiche. In particolare il MiSE propone di escludere dallo schema le schede standard relative a interventi ricompresi nell’ambito delle detrazioni fiscali, del conto termico e della generazione elettrica rinnovabile (anche cogenerativa) e di allargare il novero degli interventi ammessi allo schema per tipologie al momento escluse (e.g. reti elettriche e idriche, mobilità e trasporti, etc.). Per le fonti rinnovabili, inoltre, si prevede di tenere conto esclusivamente del miglioramento dell’efficienza energetica, e non della sostituzione dei combustibili fossili (aspetto che determinerà una forte riduzione dei titoli riconosciuti ai progetti coinvolti).

Sul fronte della titolarità del progetto, il Ministero propone di richiedere che siano gli utenti finali a presentare le proposte nel caso in cui abbiano un energy manager, limitando il ricorso a soggetti terzi – distributori e, soprattutto, ESCO – solo in presenza di un loro ruolo attivo nella realizzazione e gestione dell’intervento (e comunque solo in presenza di adeguate capacità economiche e finanziarie).

Il documento propone infine l’introduzione di una nuova metodologia di valutazione dei risparmi (PPPMS, pensata per interventi diffusi con possibilità di misura dei risparmi a campione), criteri più stringenti per la misura dei risparmi nei progetti a consuntivo, la possibilità di valorizzare le diagnosi energetiche prevedendo delle opportune facilitazioni, modifiche relative alla presentazione delle richieste di certificazione dei risparmi, misure per prevenire comportamenti speculativi sul valore dei TEE e rafforzamento delle attività di controllo e verifica dei progetti presentati.