Benefici dell’efficienza energetica nel settore dell’edilizia

La Commissione europea ha commissionato un rapporto per valutare i diversi vantaggi derivanti dalla riqualificazione energetica del settore dell’edilizia. Oltre alla stima dei benefici economici legati al risparmio energetico, il rapporto considera anche gli effetti positivi sul valore degli immobili, la competitività industriale, la salute e gli aspetti sociali, ambientali e macroeconomici. I risultati dello studio, che confermano la presenza dei benefici multipli di cui più volte FIRE ha parlato negli ultimi anni, sono disponibili per singoli Stati membri e l’appendice riporta un’ampia raccolta di valutazioni eseguite a livello internazionale su questi temi. 

Di seguito riporto un articolo basato su un’intervista pubblicata su e7 del 1 marzo 2017 e disponibile qui: http://e7.quotidianoenergia.it.

Quando si parla di efficientamento energetico degli edifici i benefici integrati sul piano economico, ambientale e sociale superano di gran lunga i costi degli investimenti iniziali. Dato ciò è corretto sostenere un ampio programma di intervento sugli immobili europei, orientato prima di tutto a ottimizzare i consumi delle famiglie in difficoltà.

Sono alcune delle conclusioni contenute nel rapporto “The Macroeconomic and Other Benefits of Energy Efficiency”, elaborato ad agosto dello scorso anno e pubblicato sul sito web della Commissione europea (DG Energy) a febbraio 2017, nell’ambito dell’approfondimento sulla revisione della Direttiva UE per le performance energetiche degli edifici.

Il documento, che sviluppa i risultati dello studio IEA 2014 “Capturing the multiple benefits of energy efficiency”, spiega che l’efficienza energetica potrà generare, nell’ipotesi più ottimistica, un mercato delle ristrutturazioni al 2030 da circa 250 miliardi di euro, con il solo settore dell’isolamento che arriverà a 15 miliardi di euro.

In quest’ottica le maggiori opportunità, secondo il report, saranno soprattutto per le piccole e medie imprese. Tutto ciò a fronte di un sostegno pubblico al settore che potrà incidere tra lo 0,02% e lo 0,11% del PIL UE28, a seconda del livello di sostegno che sarà implementato dagli Stati membri.

Importanti anche i risvolti sociali se si pensa che si può puntare a togliere da una condizione di “povertà energetica” un grande numero di famiglie europee: tra le 194.000 e gli 8,6 milioni.

“Con il pacchetto invernale presentato lo scorso anno la commissione europea punta a rafforzate le direttive su efficienza e prestazione energetica degli edifici”, spiega a e7 Dario Di Santo, Managing Director del FIRE, Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia. In particolare, tra i vari aspetti, “c’è un’attenzione alla fuel poverty, cioè ad alleviare le condizioni delle classi disagiate” e, guardando allo studio sui bene ci multipli dell’efficienza energetica pubblicato dalla DG Energy, “si vede come operando sugli edifici ci siano miglioramenti nei consumi che si trascinano altri effetti positivi in termini di impatto ambientale, sviluppo del mercato del lavoro e aspetti sociali o di salute”.

“Non dimentichiamoci che buona parte dei problemi che abbiamo in italia con polveri sottili e NOx sono legati ai riscaldamenti – sottolinea di Santo – anche se si guarda sempre al traffico”. Tra i benefici multipli, infine, nel nostro Paese va considerato “il vantaggio di unire riqualificazione energetica e sismica”.

In generale la revisione della direttiva sulla prestazione energetica degli edi ci dovrebbe portare benefici sul medio lungo periodo, come evidenziato dallo studio, ma esiste un problema di reperimento dei fondi. Sarebbe utile “industrializzare il comparto delle costruzioni e ristrutturazioni. Tutti i lavori sono svolti in cantiere con una serie di inefficienze, mentre in altri Paesi si è cercato di puntare su elementi prefabbricati da portare in cantiere, riducendo costi e tempi di realizzazione”, aggiunge l’esperto del FIRE.

Inoltre, servirebbe una maggiore capacità del sistema bancario di offrire “tassi bassi” per i finanziamenti legati all’efficientamento nel residenziale. Nel terziario, invece, per i privati servono “clausole nei contratti che distribuiscano meglio tra locatore e locatario i benefici degli interventi di efficientamento”. nella pubblica amministrazione, infine, il mix di nuovo codice appalti e linee guida Eurostat sui contratti di energy performance sugli edifici “rendono gli investimenti complessi, perché rendono difficile non iscrivere a bilancio i costi” su cui grava “il patto di stabilità”.

Per scaricare il rapporto “The Macroeconomic and Other Benefits of Energy Efficiency” cliccare qui.