Auguri di buone feste 2014

Un altro anno è volato via, tanto che per poco non finivo per saltare l’appuntamento con il tradizionale messaggio di auguri (sì, vi tocca anche stavolta… ma per chi andasse di fretta: buon Natale e un sereno 2015!).

escher house of stairs

Approfitto per l’occasione della mostra di Escher a Roma e della sua House of stairs. Argan, sul cui manuale studiai al liceo, mi perdonerà se ne darò una lettura un po’ alternativa (del resto, chissà quali opere si troverà di fronte dall’altra parte).

A me sembra infatti che la casa di Escher rappresenti bene il momento storico del nostro Paese, inviluppato su sé stesso e preda del malaffare. Non perché manchino le persone per bene, che anzi credo siano la maggior parte, ma perché faticano ad emergere, schiacciate come sono dai lucertoloni corazzati che occupano ogni scalino della litografia.

Il comandamento “non rubare” è finito sepolto da leggi complicate, incomprensibili, dannose e inique, con un crescente carico di burocrazia e di corruzione (le scale che ritornano su sé stesse, senza inizio né fine). Chi cerca di applicarle prima o poi sbaglia, e paga (novello Jean Valjean), chi vive aggirandole ne trae giovamento e approfitta dei loro meandri per nascondersi, tanto nel caso patteggia. In pratica assistiamo a un furto continuo di beni e servizi a scapito di chi lavora onestamente.

Purtroppo tanti anni di diffusione del malaffare e di sdoganamento mediatico hanno prodotto danni consistenti. Ma questo non significa che dobbiamo tenerceli. Parafrasando la pubblicità progresso che ci incalzava al cinema qualche anno fa: non ti lasceresti rubare l’auto, non ti lasceresti rubare la borsa, non ti lasceresti rubare il televisore, non ti lasceresti rubare il lavoro… Insomma, è ora di fare qualcosa!

Già. Cosa? Certamente non aspettare che arrivi qualcuno a risolvere i problemi. Nessun politico potrà farlo, a prescindere dal numero di camere e dalle leggi elettorali, perché i problemi investono troppi livelli e dimensioni. O meglio: non potrà farlo da solo e non riuscirà a risolvere i problemi con una sola legge.

La ricetta credo sia semplice: fermarci a chiederci se siamo stati contagiati dal morbo ed eventualmente curarci l’anima, dare il buon esempio, vivere con orgoglio tutto questo, costruire a poco a poco una nuova casa di scale, meno affascinante, ma con un inizio e una fine.

Il vero problema è il tempo, schiavi come siamo ormai di un modello di lavoro che tenta di convincerci di quanto sia bello avere il centro commerciale aperto la domenica. Credo però che lo scopo non sia tanto trovare il tempo per fare altro o di più, quanto dare il meglio nel quotidiano. Sono i piccoli gesti del quotidiano che agiscono nel profondo e cambiano veramente il mondo.

Chi di noi crede a Natale può anche chiedere aiuto al Bambinello. Lui, che vive oltre il tempo e vede un capo e una coda anche nella casa di Escher, può aiutarci col primo passaggio della ricetta. E anche con gli altri, portandoci in dono dei bravi progettisti e muratori, per costruire una casa più bella.

Buon Natale (con un pensiero speciale a chi ha perso il lavoro, a chi ha problemi di salute, a chi non sa come fare… non perdete mai la speranza)!