Carissimi,
vi ricordate quando eravate piccoletti, che tutto sembrava grande grande, come i papaveri della nota canzone. Vi sarà capitato qualche volta di tornare in alcuni luoghi e di rimanere quasi delusi nel vedere che in effetti era una questione di proporzioni.
Curioso: si cresce, ciò che ci circonda appare più a nostra misura, e pensiamo un po’ per volta di poter gestire tutto. Ma basta poco a farci tornare indietro e a ricordarci che in fondo tanto grandi non siamo. Per qualcuno è un terremoto, per altri un pirata della strada, talvolta un accidente improvviso. Il risultato è quello di un capitano di vascello in mezzo al mare senza bussola e sestante.
E così la crisi si insinua qua e là e prende sotto braccio sempre più persone, che si ritrovano d’un tratto impotenti, insicure, inadatte, impaurite e, spesso, arrabbiate. Così come le aziende, che non riescono più a stare sul mercato e come le persone si chiudono, si difendono, hanno paura. È brutto ritrovarsi così. Vedere decenni di fatiche creative polverizzarsi come un mandala di sabbia.
Anche se la voglia di prendersela con qualcun altro è grande, non facciamoci dominare dalla paura. Non serve, visto che si può andare solo avanti e non c’è la retromarcia, e porterebbe solo alla distruzione. Apriamoci alle idee e al costruire. Approfittiamone per ritrovare quello che veramente serve, ossia l’orizzonte di un bambino, che corre felice e sa gioire di ciò che lo circonda e che appare tanto grande, che sa provare il piacere della scoperta e della novità, che comincia distruggendo le torrette di lego fatte dal papà – perché distruggere è più semplice, immediato e… rumoroso –, ma dopo qualche settimana impara a costruire le proprie.
I bambini non servono solo ad avere la detrazioni sull’ICI/IMU, ma anche a riportarci alla giusta dimensione.
Passate un buon Natale e ricaricatevi durante le feste. È più che mai tempo di costruire!
Dario Di Santo